Rimini sotto choc per un probabile nuovo caso di femminicidio-suicidio. Una coppia è infatti stata ritrovata senza vita all'interno della propria abitazione. A redendere ancora più drammatica questa storia è il fatto che a effettuare il rinvenimento è stato il figlio adolescente dei due coniugi.
Il drammatico ritrovamento del figlio
L'episodio si è verificato nel corso della giornata di ieri, lunedì 19 giugno. È stato il figlio della coppia, un ragazzo di soli 16 anni, a trovare i cadaveri. L'adolescente aveva trascorso il fine settimana con la fidanzatina quando, rincasato intorno alle ore 17, aveva trovato la porta dell'abitazione di Borgo Marina chiusa dall'interno. Non riuscendo a entrare, il 16enne ha prima provato a telefonare ai genitori, poi si è rivolto ad alcuni condomini, chiedendo aiuto. La porta è stata quindi forzata, permettendo al ragazzo di entrare e scoprire l'atroce verità. Sua madre e suo padre si trovavano in camera da letto, entrambi morti.
Immediata la chiamata alle forze dell'ordine. Sul posto si sono precipitati gli agenti della Squadra Mobile, la polizia Scientifica e i sanitari del 118, che hanno soltanto potuto constatare il decesso. A raggiungere l'abitazione anche il medico legale e il sostituto procuratore Annadomenica Gallucci che ha subito disposto l'autopsia sui corpi.
Ipotesi femminicidio-suicidio
In queste ore si cerca di capire che cosa abbia portato al tragico esito. A perdere la vita sono Gioacchino, italiano di 49 anni, e Svetlana, moldava di 47 anni. Chi li conosce afferma che fra i due non erano stati mai riscontrati degli attriti tanto gravi da far pensare al peggio. Eppure qualcosa è successo nell'appartamento di quella palazzina di Borgo Maria. Forse una lite finita nel peggior modo possibile. Alcuni vicini, già ascoltati dagli inquirenti, dichiarano di aver sentito dei rumori nel fine settimana, ma non urla che possono far pensare a un alterco fra i due.
Secondo un primo esame effettuato dal medico legale, la morte della coppia potrebbe risalire addirittura a sabato scorso.
Le indagini
Gli inquirenti stanno seguendo la pista del femmicidio-suicidio. È probabile che una feroce lite fra i due abbia infine portato il 49enne a impugnare la pistola in sua dotazione (l'uomo era una guardia giurata) e a sparare alla moglie, per poi rivolgere l'arma verso se stesso e fare fuoco.
Al momento del ritrovamento, la pistola era ancora stretta nelle mani del 49enne."Li vedevamo insieme, lei lavorava tanto, mi ha sempre sorriso", racconta una donna ai microfoni di Rainews. "Lui anche, tranquillo. È tutto così inaspettato, è terrificante".
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