Il giallo dei 300 euro falsi dietro il delitto di Garzeno

Il falegname 17enne, assassino del vicesindaco di Garzeno, verrà sottoposto all'interrogatorio di garanzia venerdì 25 ottobre. Molti aspetti del delitto non sono ancora chiari

Il giallo dei 300 euro falsi dietro il delitto di Garzeno
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Sarà sottoposto all'interrogatorio di garanzia venerdì 25 ottobre davanti al gip della Procura dei minori di Milano il falegname 17enne di Catasco di Garzeno (Como) fermato domenica sera per l’omicidio dell’ex vicesindaco del posto, Candido Montini, ucciso a 76 anni il 24 settembre scorso in casa sua, con 28 coltellate. All’interrogatorio, svoltosi all’interno dell’istituto penale "Cesare Beccaria" dove il ragazzo si trova in stato di fermo da domenica sera con l’accusa di omicidio volontario, era presente anche l’avvocato del ragazzo, Valentina Sgroi del Foro di Monza.

Il movente del delitto, a quanto si apprende in ambienti investigativi, non è ancora chiaro e si cercano possibili riscontri a una voce girata a Garzeno sul fatto che proprio il giorno del delitto, il minore stesse cercando di fa girare dei soldi falsi e che abbia tentato di spacciarli anche alla vittima (suo parente, la nonna del 17enne sarebbe prima cugina di Montini, che davanti alle sue richieste di denaro lo avrebbe cacciato. L’ex vicesindaco infatti si sarebbe confidato con qualcuno di quanto accaduto prima di venire ucciso, ovvero prima che il ragazzo tornasse alla carica facendosi trovare a casa sua. Da qui, cioè da un nuovo rifiuto da parte di Montini, la miccia dell’impeto delle 28 coltellate.

Al momento l’unica certezza è che il Dna del 17enne era sulla scena del crimine. Sulla lama del coltello, poi lanciato lontano e ritrovato sulla tettoia di una legnaia, sul cancello e sulla ringhiera dell’abitazione del Montini lasciato durante la fuga. Il coltello usato per uccidere è un coltello da cucina tutto in metallo, 22 centimetri di cui 12 solo di lama. Un’arma che, impugnata con forza ha ferito anche chi la stava utilizzando.

Decisivo per l’arresto l’esame sul coltello trovato sulla tettoia di un rudere poco distante dalla casa dove viveva ed è stato ucciso il commerciante. I Ris di Parma hanno trovato tracce biologiche della vittima e poi di "Ignoto 1"

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