Bruxelles si prepara a spedire in soffitta il Nutriscore. Ma la partita è aperta

L'Unione cerca una soluzione condivisa sull'etichetta della discordia. Il ministro Lollobrigida: "Sarà una grande vittoria". Coldiretti e Filiera Italia restano prudenti

Bruxelles si prepara a spedire in soffitta il Nutriscore. Ma la partita è aperta
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Un'indiscrezione di Radio France ieri ha riaperto il dibattito sull'estensione a tutti i 27 Paesi della Ue del cosiddetto Nutriscore, il sistema di etichettatura nutrizionale degli alimenti a colori inventato in Francia per tagliare fuori la concorrenza. Un sistema contro il quale si è sempre opposta l'Italia. L'inchiesta della radio francese cita un documento visionato a fine 2024 dall'Ong Foodwatch, in cui il direttore generale per l'Agricoltura della Commissione, Wolfgang Burtscher, parlando con i rappresentanti della grande distribuzione tedesca avrebbe garantito che la futura proposta di etichettatura comune «non copierà nessun sistema esistente».

Bruxelles avrebbe quindi fatto marcia indietro su Nutriscore, scrive Radio France. In realtà non è così.

Certo, è un punto per il governo Meloni ed è un segnale che si va verso una presa d'atto delle richieste avanzate dall'Italia ma la battaglia non è ancora vinta perché non si tratta di una decisione assunta formalmente. Tanto che ieri, incalzati durante il briefing con la stampa, i portavoce dell'esecutivo Ue si sono limitati a dichiarare che resta «una sfida» raggiungere «soluzioni comuni» su questa materia assicurando l'impegno «a fornire ai consumatori informazioni trasparenti in collaborazione con i nostri Stati membri».

Di qui le caute reazioni della nostra filiera agroalimentare e del ministero. Per Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, «quella della Commissione non è una decisione formalmente assunta, quindi teniamo la guardia alzata. È comunque un bene che si aggiungano ulteriori elementi alla teoria di chi come noi ha sempre sostenuto che Nutriscore va contro l'alimentazione naturale bilanciata come la dieta mediterranea e avvantaggia invece alimenti ultraformulati e ricchi di chimica che oggi sono sempre più alla base delle patologie metaboliche cui l'Onu dedicherà proprio quest'anno grande attenzione nella conferenza mondiale sulle malattie trasmissibili».

Per la Coldiretti, «se la notizia venisse confermata sarebbe una risposta importante» alle battaglie della confederazione guidata da Ettore Prandini. Però, «non siamo ancora tranquilli finché non arriveranno conferme con i fatti e manteniamo alta l'attenzione per contrastare un sistema che penalizza prodotti simbolo della dieta mediterranea, non fornendo informazioni ma facendo scattare l'allarme su alcuni prodotti per condizionare le scelte alimentari dei cittadini», viene aggiunto in una nota.

Usa il condizionale anche il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida: «Se dovessero confermarsi le voci, per l'Italia sarebbe una straordinaria vittoria», dice al Giornale. Intanto, «siamo riusciti a convincere molti Paesi inizialmente neutrali sul tema a opporsi a questo sistema». Come il Portogallo: nell'ultima settimana prima della fine del governo socialista aveva approvato l'utilizzo del Nutriscore, ma dopo le elezioni, in un incontro con il vicepremier Antonio Tajani, lo stesso Lollobrigida e il ministro portoghese, quel provvedimento è stato revocato.

L'Italia chiede «un'etichettatura trasparente, che non giudichi un prodotto in base a un algoritmo arbitrario che valuta solo la presenza di alcuni elementi, ma che tenga conto dell'equilibrio complessivo dell'alimentazione e dell'uso corretto di ogni singolo prodotto», aggiunge Lollobrigida.

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