In paese ormai non hanno più nemmeno voglia di parlare. Fare ipotesi sull'orrore non è un esercizio gradito e il clamore dei primi giorni si sta trasformando in ansia. Traversetolo, campagna ridente ed operosa fra Parma e Reggio Emilia, avrebbe preferito restare nell'ombra delle sue colline profumate piuttosto che assurgere a protagonista di non uno, ma due casi di cronaca nera di una lunga estate calda. È il 9 agosto quando in una bifamilare tutta fiori e colori pastello viene ritrovato un neonato morto, coperto, nemmeno sepolto, da una leggera coltre di terra. Non ha segni apparenti di traumi. È un maschietto: sembra dormire. Purtroppo per sempre. A trovarlo potrebbe esser stato uno dei cani dell'uomo che avverte le forze dell'ordine: è distrutto, verde in volto. I vicini non ci sono: partiti per una vacanza oltreoceano programmata, pare, da molto. Gli inquirenti da subito hanno, però, un sospetto. Quello non può essere un luogo dove «nascondere» qualcosa. Troppo complicato arrivarci senza essere visti; di fronte alla strada c'è un cassonetto; intorno si allarga a perdita d'occhio la campagna emiliana. Perché seppellire un corpo proprio lì? Forse i responsabili non vanno cercati poi così lontano. Al rientro della famiglia in ferie, i primi sospetti danno inequivocabili riscontri. Chi ha abbandonato quel bambino non arriva da lontano. Il Dna non sbaglia: la madre è la figlia 22enne che vive nel secondo appartamento della villetta. Identificato anche il padre: è il fidanzatino coetaneo della giovane che si dichiara ignaro di tutto. Mentre la famiglia viene allontanata e nomina un avvocato, in paese si prova a dare un senso al primo choc. Perché nel 2024 si abbandona un figlio, pur non voluto, a morte certa, invece che in ospedale? Chi può aver aiutato la ragazza e chi può davvero non aver compreso? Studiosa, minuta, attiva in parrocchia, qualche lavoretto, pure come babysitter. Il dramma di una normalità che può trasformarsi in orrore. A indagare è la Procura di Parma, coordinata da Alfonso D'Avino e dal pm Francesca Arienti.
Qualche giorno fa arriva dall'autopsia la conferma che tutti purtroppo temevano: il bimbo è nato, insomma era vivo. Tecnicamente, oltre che umanamente, questo sposta i possibili capi di imputazione verso l'omicidio volontario e ben oltre l'infanticidio o l'occultamento di cadavere. Ma purtroppo non è tutto: una settimana fa il Ris dell'Arma è tornato nella villetta. I militari hanno scavato nello stesso punto e rinvenuto altre ossa. L'anticipazione schizza sulle tv nazionali, ma la Procura si trincera dietro il più assoluto riserbo. Dai pochi dettagli che trapelano si tratterebbe di resti più «vecchi», celati per mesi o anni.
Umani? Un altro bambino? Ora a chiedere chiarezza è anche il sindaco del paese: «Siamo tutti sconvolti dice Simone Dall'Orto : già era difficile pensare che nella nostra piccola comunità si fosse consumato un dramma del genere. Era una famiglia insospettabile. Abbiamo bisogno di certezze». Almeno per sapere per che cosa piangere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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