"Mia figlia era tra le lamiere". Sono le poche parole che Irene Savelloni, la 36enne che era al volante della Nissan Qashqai travolta dall'Audi guidata da Abdel Afid El Idrissi, un cittadino marocchino residente ad Alatri, riesce a pronunciare. La sua terzogenita 9 anni, rimasta intrappolata tra le lamiere dell'auto, è viva per miracolo. Anche lei e il figlio di 14 anni sono scampati al peggio per un soffio: "È stato tremendo", racconta con la voce rotta dal pianto al Corriere.it. La piccina, che ha riportato le ferite più gravi, si trova ancora ricoverata all'ospedale Bambin Gesù di Roma ma, per fortuna, non è in pericolo di vita.
Lo choc
Questioni di centimetri, forse millimetri, e sarebbe potuta finire in tragedia. Lo sa bene mamma Irene che, quando l'auto di "Ivan Marocco" (il nick name dell'investitore ndr) è piombata sulla sua Nissan, ha visto la morte in faccia. Vorrebbe tirare un sospiro di sollievo per essere sopravvissuta al terribile impatto ma non ci riesce. Una scena non le dà pace: la figlioletta rimasta incastrata tra le lamiere dell'auto, ridotta per metà a una carcassa di metallo. E poi il pianto, le urla disperate all'indirizzo della bimba: "Stai bene? Dimmi se stai bene". Non può fare a meno di pensarci: "È stato tremendo", ripete.
Il video dell'incidente "in diretta" su Facebook
L'incidente è avvenuto domenica pomeriggio sulla strada provinciale a Santa Cecilia, all'altezza del Castello di Tecchiena, nel comune di Alatri. La 36enne era in auto assieme ai due figli, il secondogenito di 14 anni, che era seduto davanti, e la piccina che si trovava sul sedile posteriore. "Eravamo appena partiti", spiega la donna ricordando l'esatto momento in cui la sua auto è stata centrata frontalmente dall'Audi del 29enne, poi risultato positivo ai test di alcol e droga. L'investitore ha trasmesso "in diretta" su Facebook la scellerata performance: con una mano teneva il volante e con l'altra il cellulare. Quel video, ora nelle mani degli investigatori, continua a circolare sui social. Irene non l'ha ancora visto. Il suo unico pensiero, adesso che lei e il figlio 14enne sono stati dimessi, è rivolto alla piccola di 9 anni. Le sue condizioni migliorano e presto lascerà la terapia intensiva.
Il figlio più grande: "Erano lì per me"
In questa tragedia sfiorata, che rimanda inevitabilmente all'incidente mortale di Casal Palocco, in cui perse la vita il piccolo Manuel Proietti di 5 anni, c'è un altro dramma. Il figlio maggiore della donna è lacerato dai sensi di colpa per il fatto che l'incidente è avvenuto dopo la sua partita. "Erano lì per me", continua a ripetere pur non avendo alcuna responsabilità per quanto accaduto. Nei suoi occhi l'immagine dell'auto di famiglia distrutta, con i fratellini a bordo, in una domenica all'insegna del divertimento.
"Giustizia e pene esemplari"
El Idrissi guidava sotto l'effetto di alcol e sostanze stupefacenti. Ed è il motivo per cui ora Irene e suo marito chiedono sia fatta giustizia.
"La notizia che mi viene rivolta dalla famiglia è subito chiara: - spiega l'avvocato Cristina Corsi, che assiste la 36 enne - questo caso sia da esempio perché non si ripetano più cose del genere. E non parliamo di risarcimenti, ma di punire chi con i propri comportamenti scellerati mette a rischio la vita altrui".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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