La lite giorni prima, le coltellate e le urla. I vicini di Ana Cristina: "I bimbi erano terrorizzati"

Sono stati i vicini di casa a dare l'allarme: "Lei diceva 'mi fai male'". Giorni prima, la 38enne era stata sentita dai carabinieri: "Diceva che mi avrebbe portato via figli se lo avessi lasciato"

La lite giorni prima, le coltellate e le urla. I vicini di Ana Cristina: "I bimbi erano terrorizzati"
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Ci sono ancora molte zone d'ombra nell'omicidio di Ana Cristina Duarte Correia, la 38enne di origini brasiliane uccisa a coltellate dal marito, Ezio Di Levrano, nella loro abitazione di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino, nella notte tra venerdì e sabato. Alcuni giorni prima del delitto, consumatosi sotto gli occhi dei tre figli della coppia, c'era stata una lite: "Ho sentito lei gridare 'Mi fai male'", raccontano i vicini di casa al Corriere della Sera. Gli stessi che hanno aiutato i bambini dopo l'aggressione mortale: "Il più grande mi ha detto che ha provato a salvare la mamma, erano terrorizzati".

Il racconto dei vicini

È stata Elisabetta Severini, 66 anni, assieme al marito Paolo, 73 anni, ad allertare il 112 dopo aver sentito "urla pazzesche" provenire dall'appartamento dei Di Levrano: "Grida di aiuto e disperazione. - ricorda - Gridavano lei e in contemporanea i figli, che dicevano 'aiuto! aiuto!'. Dopo lei non l'ho sentita più". La donna ha chiamato subito i carabinieri e poi è scesa in strada: "Abbiamo incrociato subito quella sagoma, il ragazzino più grande, il quattordicenne. Ci siamo avvicinati e mi ha detto 'il babbo ha accoltellato la mamma'. Lui, lucido, aveva già chiamato il 118, poverino". Il 14enne, primogenito della coppia, ha messo in salvo i fratellini, invitandoli a scappare. "Mi ha raccontato che aveva cercato di tamponare le ferite. - racconta ancora Severini - 'Lo sa signora, ho tamponato la mamma, poi l'ho girata per vedere se fosse ferita'. Lì si è fermato, tremava". I ragazzini erano terrorizzati, lei li ha accolti in casa: "Tutti mi facevano una gran pena, ma il più grande di più. Ripeteva 'cinque coltellate, cinque coltellate'".

"C'era stata una lite giorni prima"

Sembra che giorni prima del delitto tra marito e moglie ci fosse stata una discussione: "Mi sembra il 2 settembre, tre o quattro giorni prima. - puntualizza la 66enne - Non era una lite, ho sentito queste parole: 'mi fai male'. Ho capito che c'era qualcosa. Ho chiamato il 112, i carabinieri sono venuti subito, li ho visti salire. Non so altro". Quanto alla coppia, la donna dice di averli visti raramente in giro: "Lei l'ho incrociata un paio di volte. - conclude Severini - Lui l'ho visto dalla finestra e una volta o due in macchina. Erano qui da qualche mese, le finestre erano chiuse...".

Le parole di Ana Cristina: "Minacciava di portarmi via i figli"

In giornata Di Levrano sarà interrogato dal gip del Tribunale di Pesaro per l'udienza di convalida del fermo. Era stato lui, lo scorso lunedì, a recarsi presso la caserma di Colli al Metauro per denunciare l'abbandono del tetto coniugale da parte della moglie. Insospettiti dalla versione dell'uomo, i carabinieri hanno convocato Ana Cristina: "Mi diceva 'se mi lasci ti porto via i figli', le sue parole. La donna ha raccontato di subire da tempo, forse mesi o anni, violenze da parte del marito, ma non se l'è sentita di denunciarlo. Ciononostante, come da prassi, è stato attivato il Codice Rosso. Tuttavia non è chiaro se Ana sia stata riascoltata dagli investigatori.

Certo è che la Procura, una volta ricevuta la relazione dell'Arma, aveva chiesto di approfondire le "condotte delittuose subite nel tempo" dalla giovane donna entro tre giorni. C'è stata una falla nelle rete di protezione? Ma soprattutto, perché la 38enne è tornata a casa venerdì notte? Domande che, al momento, non hanno ancora una risposta.

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