"Presto! Uscite! Scappate". A soli 14 anni, il figlio più grande di Ana Cristina Duarte Correia, la 38enne di origini brasiliane uccisa dal marito a Monte Maggiore Metauro (Pesaro), ha messo in salvo la sorella tredicenne e il fratellino di 6 anni. Mentre il padre, Ezio Di Levrano, 53 anni, accoltellava la mamma sotto i loro occhi, i ragazzini non si sono lasciati sopraffare dalla paura. Davanti all'orrore hanno reagito con lucidità e prontezza: la secondogenita ha persino tamponato con un asciugamano le numerose ferite inferte alla madre dal genitore. Poi sono si sono rifugiati dai vicini di casa per chiedere aiuto.
Le violenze
È una storia drammatica quella che emerge all'indomani dell'ennesimo femminicidio dell'anno, il cinquantesimo dall'inizio di gennaio. Come riporta il Corriere della Sera, Cristina subiva da tempo maltrattamenti e violenze da parte del marito. Un uomo dal quale aveva provato ad allontarsi, decidendo però di non denunciarlo, forse per paura di eventuali ritorsioni sui figli. La coppia era sposata da 14 anni. Ma che il matrimonio fosse più turbolento, segnato da continue e reiterate aggressioni da parte di lui, i carabinieri della stazione di Colli al Metamauro lo hanno appreso lunedì scorso, quando Livrano si è recato in caserma per raccontare che la moglie si era allontanata da casa senza fornire spiegazioni, quasi a voler lasciare intendere che la donna lo avesse abbandonato. Tuttavia i militari dell'arma ci hanno messo ben poco a capire che le cose stavano diversamente.
Il codice rosso
Dopo aver messo a verbale le dichiarazioni dell'uomo, gli investigatori hanno contatto Ana al cellulare. Una volta in caserma, la 38enne ha vuotato il sacco, raccontando di "essere vittima di violenze" da parte del marito e di "volersi allontanare da lui". Ma quando si è tratto di denunciarlo non se l'è sentita. Come da prassi, è stato attivato comunque il Codice Rosso, che prevede l'allontamento immediato da casa della vittima. In seguito al rapporto dell'Arma, la Procura ha disposto ulteriori accertamenti, chiedendo che la donna fosse riascoltata per chiarire "tutte le condotte delittuose del marito". Non si sa ancora se il colloquio sia avvenuto né se la donna fosse ospite in una struttura protetta. Certo è che, venerdì sera, Ana è tornata a casa all'insaputa dei carabinieri. L'ipotesi è che volesse portare con sé i figli. Da qui, verosimilmente, sarebbe nata una discussione con il compagno, poi degenerata in un tragico ed efferato omicidio.
I vicini di casa: "Si sentiva urlare solo il marito"
La 38enne è morta durante il trasporto in elisoccorso all'ospedale Torrette di Ancona. Gli investigatori si sono messi subito sulle tracce di Levrano, che si era nascoso in un terreno agricolo non distante dall'abitazione. L'arma del delitto, un coltello a serramanico, è stata sequestrata. Dagli accertamenti è emerso che il 53enne era stato già arrestato nel 2004 per droga.
I vicini di casa hanno raccontato che nella notte tra venerdì e sabato, quando si è consumato il delitto, hanno sentito le urla ma "solo quelle del marito, lei stava zitta". Quindi hanno allertato il 112 e messo al sicuro i tre figli della coppia, vittime anch'essi dell'orrore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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