Molti cittadini hanno accolto l'invito a prender parte a un presidio promosso da "Libera" per protestare contro la scelta di celebrare una messa all'interno della chiesa della Santissima Trinità a Potenza, all'interno della quale fu rinvenuto il corpo senza vita di Elisa Claps.
Centinaia di persone e di fedeli si sono dati appuntamento per dire "no" a questa decisione presa dall'arcivescovo Salvatore Ligorio, che ha officiato il rituale religioso con altri due sacerdoti. Per raggiungere la chiesa i tre religiosi sono dovuti passare attraverso una folla di persone che li attendeva al varco: la gente ha iniziato ad applaudire ironicamente nei loro confronti, a invocare a gran voce il nome di Elisa e a gridare "vergogna". Col passare del tempo, peraltro, il numero dei cittadini assiepati all'esterno dell'edificio religioso, tra cui il fratello di Elisa Gildo Claps, ha continuato a crescere.
Prima di dare inizio alla celebrazione della messa, monsignor Ligorio ha voluto ribadire il fatto che la riapertura della chiesa della Santissima Trinità in data 24 agosto è avvenuta "su mandato che Papa Francesco mi ha dato incontrandomi di persona. Il Pontefice ha sottolineato che la chiesa deve essere un luogo di preghiera".
Una volta conclusa la messa, l'arcivescovo e i due sacerdoti sono stati scortati all'esterno dell'edificio religioso da alcuni poliziotti: la loro uscità è stata ancora una volta accompagnata da una serie di applausi ironici e fischi: "Vergogna, assassini!", ha gridato qualcuno dei presenti. La curia arcivescovile di Potenza ha dichiarato tutto il suo stupore "per l'annuncio di una manifestazione silenziosa che non è stata tale, disturbando la celebrazione religiosa per tutta la sua durata".
Gildo Claps ha espresso tutta la propria amarezza per la decisione dell'Arcidiocesi. "Questa Chiesa potrà riabilitarsi solo quando farà i conti con la vicenda di Elisa", ha dichiarato l'uomo,"per una volta dovrebbero avere il coraggio di chiedere scusa". "Abbiamo cercato in ogni modo una conciliazione, in tutti i modi. Non c'è verso, c'è arroccamento totale", ha aggiunto. "Abbiamo chiesto semplicemente che prendessero atto, prendessero coscienza, di tutto quello che è avvenuto e per una volta avessero il coraggio di chiedere scusa, per una volta".
Il corpo di Elisa, scomparsa e uccisa il 12 settembre del 1993, fu ritrovato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza quasi 17 anni dopo, il 17 marzo 2010. Da allora la famiglia della giovane studentessa ha lottato in ogni modo per far luce sulla vicenda, alla ricerca di eventuali altre responsabilità nell'occultamento del cadavere.
"Loro sono lì, chiusi nel buio di quella chiesa che ha nascosto Elisa per 17 anni nel sottotetto", ha proseguito Gildo Claps,"e continuano ad arroccarsi in quella chiesa che porta la targa in ricordo di Mimì Sabia". "Noi siamo qui alla luce.
Abbiamo chiesto di prendere coscienza di quanto accaduto in quel sagrado, abbiamo voluto le scuse, ma non sono mai arrivate. Il destino di questa chiesa lo deciderà la città, che già in gran parte sta rifiutando tutto questo", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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