"Qualcuno era con lei". Dna e tracce biologiche riaprono il caso di Arianna Zardi

La ragazza, 25 anni, fu trovata morta sotto un ponticello di Torricella del Pizzo il 2 ottobre 2001. Ventidue anni dopo ripartono le indagini: "Dna e tracce biologiche mai attribuite sugli effetti personali della vittima"

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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C'è un mistero che aleggia da 22 anni sulla morte di Arianna Zardi, la 25enne ritrovata senza vita sotto un ponticello di Torricella del Pizzo, nel Cremonese, il 2 ottobre 2001. Tutto ruota attorno al Dna e alle tracce biologiche rinvenute su alcuni effetti personali della ragazza - il contenuto di una borsetta e gli slip - che, all'epoca delle prime indagini, non trovarono riscontro. Ma ora il caso potrebbe approdare a una svolta: lo scorso settembre, il gip di Cremona Pierpaolo Beluzzi ha respinto la richiesta di archiviazione da parte della procura. Un sollievo per la sorella della vittima, Sara Zardi, che non ha mai creduto né all'ipotesi del suicidio né della caduta accidentale.

La morte sospetta di Arianna

Arianna Zardi era una studentessa di teologia e lavorava come impiegata. Attorno alle ore 13 del 30 settembre 2001 uscì dalla sua abitazione di Casalbellotto, una frazione del comune di Casalmaggiore (Cremona). Venne ritrovata senza vita, due giorni dopo, in un piccolo canale d'irrigazione sotto un ponticello tra Motta Baluffi e Torricella del Pizzo. Un provvedimento del Tribunale dei minori di Brescia, acquisito dal Corriere della Sera, accerta che un allora 17enne fu arrestato con l'accusa di omicidio a scopo di rapina e poi rimesso libertà. Le indagini successive sulla morte della studentessa - il caso furono chiuse e poi riaperte nel 2010 - finirono su un binario morto. Fatto sta che nel 2015, come precisa il quotidiano Il Giorno, l'allora giudice per le indagini preliminari di Cremona Guido Salvini accolse la richiesta della procura di archiviare la posizione di due uomini finiti nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato per omicidio e quelle di una donna per false dichiarazioni al pm.

Le tracce sugli slip e la borsetta

Nel decreto di archiviazione datato 15 maggio 2015 il gip si soffermò su una relazione stilata dal consulente della procura, Claudio Bellino, che non aveva rinvenuto sui reperti recuperati dalla borsetta e dal suo contenuto profili compatibili con l'originario indagato (il 17enne ndr) il quale "aveva ammesso l'impossessamento della stessa e il trafugamento del suo contenuto quale il portafoglio e il cellulare". Da qui l'ipotesi che "altri soggetti avessero maneggiato gli effetti personali della Zardi in concomitanza o poco dopo la sua morte". Pertanto il gip Salvini aveva sollecitato ulteriori accertamenti investigativi mediante la comparazione dei profili biologici rinvenuti su tutti i reperti, e in particolare su quello individuato sugli slip di Arianna, "con quelli delle persone facenti parte della cerchia di conoscenti della vittima". Ma dai riscontri dei reperti con i Dna di amici e coetanei di Arianna non emerse nulla di significativo.

Le nuove indagini

A 22 anni dall'accaduto le nuove indagini ripartono proprio da quelle tracce mai attribuite sulla borsetta e gli slip di Arianna. "All’epoca - racconta oggi il giudice Guido Salvini al Il Giorno -le indagini furono insufficienti e incerte". Si pensò addirittura che Arianna fosse stata vittima di una morte accidentale dovuta a un investimento o si fosse suicidata: "Per questo riaprimmo le indagini già nel 2010. - precisa Salvini - Oggi, essendo ormai chiaro che si è trattato di un omicidio volontario avvenuto in una cerchia ristretta di conoscenze della ragazza, con le più recenti tecniche di indagini scientifiche è possibile forse ottenere di più da nuovi accertamenti sui reperti biologici e papillari rimasti e sugli effetti personali di Arianna. Tenuto conto che il cerchio di persone che Arianna frequentava era limitato. Accertamenti più estesi, come dimostra il caso di Yara Gambirasio, indipendentemente dalle discussioni che ci sono ancora sulla decisione, possono offrire risultati significativi".

"Ora la verità sulla morte di mia sorella"

La sorella di Arianna, Sara Zardi, non ha mai smesso di cercare verità e giustizia.

"Oggi - ha scritto sulla sua pagina Facebook il 30 settembre - sono 22 anni che cerco la verità, che non ho pace e so che anche Arianna non l’ha, perché ad oggi non è stata ancora raccontata la sua verità... Una voce forte dentro di me chiede giustizia e verità per lei ed io posso dire che un passo alla volta quella verità arriverà. Non mi interessa quanto ci vorrà ma so che succederà".

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