Le nozze annullate e la nuova relazione. Il possibile movente dietro l'omicidio di Padova

"Vivevamo in casa da separati", ha raccontato Andrea Favero agli investigatori. Giada Zanola aveva confindato al nuovo compagno di subire violenze

Le nozze annullate e la nuova relazione. Il possibile movente dietro l'omicidio di Padova
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"Noi da inizio marzo vivevamo in casa da separati. Io avevo accettato qualsiasi cosa perché l'unico pensiero era per mio figlio. Ero ancora innamorato di lei e ci stavo male della relazione con... mi ha parlato lei, mostrandomi foto e chat che si scambiavano". Lo avrebbe detto Andrea Favero rispondendo alle domande del pm, prima di essere arrestato con l'accusa di omicidio aggravato. Per il sostituto procuratore di Padova Giorgio Falcone non sembrano esserci dubbi: quello di Giada Zanola, la 33enne precipitata giù da un cavalcavia sull'autostrada A4 Milano-Venezia all'alba di ieri mattina, è un omicidio "accompagnato da un dolo che, allo stato degli atti, può qualificarsi come dolo d'impeto", si legge nel decreto di fermo.

Il matrimonio annullato

La relazione tra Giada e Favero era giunta al capolinea già da tempo. Per la Procura questo sarebbe stato il movente, nell'ipotesi del delitto, che avrebbe indotto il 39enne a spingere la compagna di là dal parapetto del cavalcavia. "In definitiva l'indagato ha subito una serie di 'colpi' - si legge ancora nel documento - che lo hanno caricato al punto da perdere completamente la testa e uccidere". Decisivo sarebbe stato "l'annullamento delle nozze già fissate per il 21 settembre 2024, con tanto di vestiti, anelli e partecipazioni già pronte". Informazioni che, stando a quanto riporta il Corriere, gli inquirenti avrebbero appreso dai familiari dell'indagato.

La lite giorni prima del delitto e la nuova relazione di lei

Nei giorni precedenti al delitto, la coppia era arrivata ai ferri corti. Lunedì 27 maggio, tra i due era esplosa l'ennesima, violenta discussione in cui lui "non esitava ad appellare la compagna come 'pu....'", precisa il pm. Un'amica di Giada ha raccontato agli investigatori che Favero "era geloso della relazione che la vittima aveva con un altro uomo". La 33enne avrebbe confidato ad alcuni conoscenti di avere paura del compagno. Un timore che, sulla scorta degli elmenti raccolti finora, sarebbe stato tutt'altro che infondato. Nella ricostruzione del pm, infatti, non mancano riferimenti a pregressi episodi di violenza. Il rapporto "era sempre più burrascoso, dato che vi erano stati scontri fisici, minimizzati dall'indagato in sede di interrogatorio".

Le mani al collo

Le presunte violenze che Favero avrebbe taciuto sono state confermate dal nuovo compagno di Giada.

Questi ha riferito agli investigatori "di aver ricevuto dalla vittima confidenze su condotte violente dell'indagato - si legge ancora nel decreto di fermo -culminate in almeno due episodi nei quali l'aveva afferrata per il collo". L'uomo, sentito in qualità di persona informata sui fatti, avrebbe confermato di "aver visto la foto dei lividi sul corpo della vittima, a seguito del litigio di lunedì 27 maggio".

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