Un tragico gioco tra bambini. È l'ipotesi che tiene banco tra gli investigatori che stanno lavorando al caso di Rkia Hannaoui, la 32enne di origini marocchine trovata morta in casa, ad Ariano Polesine (Rovigo), lo scorso 28 marzo. L'autopsia aveva evidenziato la presenza di un proiettile nella testa, forse esploso con una pistola calibro 22. L'arma è stata ritrovata nei pressi dell'abitazione, sepolta sotto pochi centrimetri di terra. Non è escluso che uno dei sui figli possa averla impugnata poi, accidentalmente sarebbe partito un colpo.
L'ipotesi del tragico gioco
Il pomeriggio della tragedia Rkia era da sola in casa con i suoi figli, il maggiore di 11 e il minore di 8 anni. Secondo le prime ricostruzioni, il più piccolo ha preso la pistola, di proprietà del vicino di casa, Giacomo Stella, e ha premuto per caso il grilletto. Proprio nei giorni scorsi, all'anziano erano state sequestrate delle armi, detenute regolarmente, e pare che all'appello mancasse proprio la calibro 22. Verosimilmente i due fratellini potrebbero averla presa per gioco, ad insaputa dell'uomo, maneggiandola senza molta attenzione.
L'indagine per omessa custodia dell'arma
La procura di Rovigo procede "per accertare responsabilità colpose di terzi in ordine a quanto accaduto in dipendenza della omessa custodia dell'arma con relativi proiettili", ha fatto sapere con una nota la procuratrice della Repubblica di Rovigo, Manuela Fasolato, sottolineando inoltre che "la posizione dei familiari minori non imputabili verrà valutata dall'Ufficio requirente competente cui verranno trasmessi in copia gli atti".
L'alibi del marito
Qualche giorno dopo la tragedia, il marito di Rkia aveva ipotizzato che la morte della moglie fosse dovuta a un incidente. Quel martedì 28 marzo si trovava al lavoro. Ai parenti aveva raccontato di essere uscito di casa attorno alle 13.40 e di aver raggiunto la sede dell'azienda rodigina, presso cui è impiegato come operaio, verso le ore 14. Sulla scorta di queste dichiarazioni, confermate poi agli inquirenti, è escluso che l'uomo possa aver avuto un ruolo nella vicenda. Anche se, nell'ipotesi in cui fosse dimostrato l'eventuale coinvolgimento dei figli, è molto probabile che sarà nuovamente sentito dagli investigatori.
Il "giallo" della pistola e il proiettile
La pistola da cui sarebbe partito il colpo è stata ritrovata nei pressi dell'abitazione, un casolare di Ariano Polesine, a una settimana dall'accaduto.
Quanto al proiettile ritrovato nella testa della vittima, invece, pare che sia stato esploso da una distanza non ravvicinata, circostanza che avvalora l'ipotesi del tragico incidente. Ad ogni modo, saranno le perizie balistiche a fornire qualche elemento in più su questo dettaglio. Al momento, la Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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