"C'è una ragazza...": le ricerche, la speranza. Dov'è Angela Celentano

La piccola aveva 3 anni quando scomparve dal Monte Faito. Era il 10 agosto 1996. Dalle prime ricerche all’ultima segnalazione: cosa è accaduto in questi anni di attesa

"C'è una ragazza...": le ricerche, la speranza. Dov'è Angela Celentano

Era l'agosto del 1996. Come tutti gli anni, la Comunità Evangelica di Vico Equense, in provincia di Napoli, aveva organizzato una gita sul monte Faito. Una quarantina le persone che avevano aderito all'iniziativa. Tra loro c'era anche una bambina di soli tre anni, Angela Celentano, scomparsa nel nulla proprio mentre si trovava lì con la famiglia. Da quel giorno, per 27 anni si sono susseguite ricerche, segnalazioni e false piste e delusioni. E Angela, ancora oggi, non è stata ritrovata.

La scomparsa

Il 10 agosto 1996 la famiglia Celentano si trovava appunto sul monte Faito, per partecipare alla gita annuale della Comunità Evangelica. Insieme a papà Catello e mamma Marisa c'erano le tre figlie: Rosanna di sei anni, Angela di tre e Naomi di un anno. Alcune immagini, catturate da una videocamera, mostrano Angela che gioca insieme ad altri bambini a poca distanza dai genitori. Sono gli ultimi fotogrammi testimoni della presenza della piccola nella zona in cui si stava preparando il pic nic. Poi il silenzio.

Infatti, quando poco dopo il padre la chiamò per il pranzo, la bimba non rispose. Non vedendola nelle vicinanze, la famiglia si mise a cercarla nella zona, aiutata dal resto della comunità. Ma di Angela non c'era più alcun segno. "Un momento di distrazione e della piccola Angela Celentano, tre anni, s'è persa ogni traccia". Così il Tg2 Notte del 10 agosto 1996 dava a tutta Italia la notizia della scomparsa.

I presenti alla gita cercarono Angela nei boschi del Monte Faito e, non trovandola, avvisarono le forze dell'ordine. Decine di uomini, cani molecolari ed elicotteri perlustrarono la zona nei giorni successivi, mentre mamma Marisa montò una tenda nel luogo in cui la figlia era stata vista l'ultima volta, con l'intenzione di attendere lì il suo ritorno. Ma a nulla valsero le ricerche e gli sforzi della famiglia, della comunità e delle forze dell'ordine. Angela non venne ritrovata.

Venne però rintracciato un ragazzino di undici anni, Renato, che raccontò di essere sceso insieme ad Angela lungo il sentiero che porta al parcheggio. Lui voleva riportare il suo pallone in macchina e la bambina avrebbe voluto accompagnarlo. Secondo la versione del bambino, riportata anche da Chi l'ha visto?, a metà discesa, quando il sentiero incontra un'altra viottola sterrata, Renato avrebbe chiesto ad Angela di tornare dai suoi genitori. A quel punto, il ragazzino avrebbe continuato da solo la strada verso l'automobile e sarebbe poi tornato dalla comunità, senza incontrare nessuno nel bosco.

Qualche settimana dopo, spuntò la testimonianza di un altro ragazzino, Luca di dodici anni, che disse di aver incontrato Renato e Angela mentre risaliva il sentiero e di aver consigliato all'amico di riportare la piccola dalla mamma. Luca raccontò che non solo i due avrebbero continuato la loro discesa, ma anche di aver visto due uomini rapire Angela e caricarla a bordo di un'auto. Testimonianze contrastanti che per 27 anni hanno avvolto la scomparsa in un velo di ombre.

Nel frattempo arrivarono diverse segnalazioni, molte delle quali anonime, che portarono gli inquirenti a perquisire diverse abitazioni della zona, senza arrivare però a nessun risultato. Il 19 agosto, a casa Celentano arrivò una telefonata: era il pianto disperato di una bambina. Ma dall'altra parte del filo nessuno parlava, nessuno fece richieste di riscatto e non vi fu alcun tipo di interazione.

La pista messicana

Dopo anni di ricerche vane e segnalazioni finite nel nulla, nel 2010, una speranza sembrò farsi strada. Alla casella di posta legata al sito web creato dalla famiglia per raccogliere possibili notizie su Angela arrivò una e-mail. A scrivere era una certa Celeste Ruiz, residente in Messico, che sosteneva di poter essere la bambina scomparsa. Una foto inviata alla famiglia mostrava una certa somiglianza con le sorelle di Angela e alcuni dettagli raccontati da Celeste fecero pensare che quella potesse essere davvero la bambina scomparsa. La ragazza infatti sostenne essere stata adottata dalla sua attuale famiglia, dopo essere stata abbandonata dalla domestica di casa Ruiz, una colf che viveva sotto falso nome. Celeste quindi sosteneva di essere in realtà Angela, rapita quando aveva solo tre anni e poi finita in Messico.

Dopo queste rivelazioni la donna scomparve, tanto che dovette intervenire la polizia postale, la quale riuscì a recuperare l'Ip del computer dal quale erano partiti i messaggi, e l'Ip corrispondeva all'apparecchio di una casa ad Acapulco. Un mandato internazionale permise agli inquirenti italiani di recarsi sul posto. Ma, una volta arrivati in Messico, all'indirizzo rintracciato non trovarono nessuna Celeste Ruiz, ma una famiglia con un figlio e una figlia con un età che non corrispondeva a quella che avrebbe dovuto avere Angela. Il padre, Cristiano Ruiz era un pubblico ministero della Giustizia messicana e negò che dal computer potessero essere partite le mail indirizzate alla famiglia Celentano. Si scoprì poi che dietro la ragazza messicana si nascondeva un uomo: José Manuel Vazquez Valle, figliastro di Cristino Ruiz.

Angela Celentano

Il depistaggio messo in atto dal ragazzo però aprì la strada a un'altra speranza: la donna della foto, che era stata trovata in Rete, poteva essere davvero Angela. Così gli inquirenti cercarono di rintracciarla: si trattava di una psicologa messicana residente in Francia che disse di non avere nulla a che fare con la piccola scomparsa nel 1996. Il test del Dna confermò la versione della donna: non si trattava di Angela Celentano.

L’ipotesi della pista turca

Tra ricerche e segnalazioni, nel 2009 saltò fuori anche l’ipotesi di una “pista turca”. Una blogger, Vincenza Trentinella, raccontò di aver appreso da un prelato alcune informazioni su Angela Celentano. E nello specifico che la ragazza fosse ancora in vita e si trovasse in Turchia.

Di sua iniziativa, la donna si sarebbe recata sull’isolotto turco di Buyukada dove avrebbe conosciuto un sedicente veterinario, tal Fafhi Bey. Questi gli aveva lasciato un biglietto da visita, con annesso numero di telefono. Di ritorno in Italia, la blogger riferì agli inquirenti che costui avrebbe avuto una cicatrice sul collo e che avrebbe tenuto Angela “in una condizione di segregazione, o meglio, senza farla mai venire eccessivamente in contatto con la realtà esterna” (lo si legge nella relazione del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri redatto il 16 novembre 2010).

Trentinella scattò anche la foto di una ragazza che, a suo dire, avrebbe avuto una somiglianza con la piccola Celentano. Tramite una rogatoria internazionale, la magistratura italiana riuscì a interrogare l’uomo che usava l’utenza segnalata dalla blogger. Fatto sta che la persona sentita dagli investigatori rispondeva all’identità di Farih Dal e non aveva una cicatrice sul collo. Pertanto, a seguito degli accertamenti, i Ros ritennero che le attività svolte avessero prodotto "esito negativo".

Nel 2022 la procura di Napoli ha chiesto di archiviare questo filone d’indagine che, al tempo, fu avviato dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. A dicembre 2022, il giudice del tribunale partenopeo, Federica Colucci, ha respinto la richiesta di archiviazione ritenendo che vi siano delle circostanze ancora da chiarire: “Permangono degli elementi di dubbio che non consentono di ritenere le indagini definitivamente complete". Il gip ha assegnato 180 giorni per ulteriori accertamenti sulla pista turca.

La segnalazione dal Sudamerica

Una svolta nel caso c’è stata nell’estate del 2022. In occasione del 26esimo anniversario della scomparsa, Maria e Catello Celentano hanno diffuso una nuova foto della figlia. L’immagine, una age progression realizzata da un team di esperti dell’associazione MissingAngels, mostra come potrebbe essere Angela oggi, all’età di 30 anni.

A sorpresa i due genitori avevano poi rivelato di aver ricevuto una segnalazione dal Sudamerica tramite l’associazione Busco mi familia biologica, che si occupa della ricerca di persone scomparse in tutto il mondo. "C’è una nuova pista", erano state le parole dell’avvocato Luigi Ferrandino, legale dei Celentano, in un’intervista rilasciata a ilGiornale.it.

A darne conferma alla nostra redazione era stato anche il papà di Angela. "C'è una ragazza che assomiglia a nostra figlia - aveva spiegato Catello -Stiamo verificando una serie di elementi prima di procedere, qualora dovesse esserci un riscontro positivo, col test del Dna”. Nella fattispecie i coniugi Celentano avevano notato “una forte somiglianza” tra la ragazza sudamericana e le altre due figlie, Rosa e Noemi. Un dettaglio aveva catturato la loro attenzione: “una voglia sulla schiena” che “per forma e colore” era simile a quella di Angela, aveva precisato successivamente l’avvocato Ferrandino.

Il test del Dna: "Non è Angela"

Dopo una lunga attesa, a febbraio 2023, un collaboratore dell’avvocato Luigi Ferrandino è riuscito ad incontrare la donna sudamericana, che pare viva in Venezuela ma lavori come modella in un Paese del Nord Europa. Alla giovane è stato prelevato del “materiale biologico” - queste le informazioni sommarie trapelate ai giornali - da cui è stato estratto il Dna necessario per gli accertamenti di laboratorio.

Successivamente è giunta notizia che il test di comparazione genetica tra i coniugi Celentano, le sorelle di Angela e la donna sudamericana ha dato esito negativo. La conferma è stata data con un breve comunicato stampa diffuso dal legale della famiglia per conto della coppia: “Purtroppo non c’è corrispondenza”, si legge nella nota.

L’ennesima pista sfumata per Maria e Catello che, nonostante la delusione del momento, non si danno per vinti.

Continueremo nelle nostre ricerche e qualunque altra segnalazione meritevole di approfondimento verrà percorsa - le ultime dichiarazioni rilasciate dalla coppia tramite il legale - Sollecitiamo tutto il popolo del web nella condivisione della foto age progression. Ringraziamo quanti hanno contribuito nelle segnalazioni”. La speranza è ancora viva: “Non smettiamo di sperare di poter riabbracciare la nostra amata figlia”.

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