La vicenda si è ormai chiusa anche sul piano giudiziario, a poco più di un quattro anni di distanza da quando si consumò la tragedia. E si è conclusa con la conferma delle condanne precedentemente comminate in Corte d'Appello, stando a quanto riportato dai media marchigiani. Lo ha deciso la Cassazione proprio nelle scorse ore, che ha posto la parola "fine" al processo alla "banda dello spray" che causò la strage di Corinaldo. La Corte di Roma ha infatti respinto i ricorsi delle difese contro la sentenza della Corte di Assise di Appello di Ancona che lo scorso 17 marzo aveva aumentato le pene riconoscendo l'associazione a delinquere oltre agli omicidi preterintenzionali, lesioni personali, furti e rapine.
Le pene definitive
Sono quindi definitive le condanne per Ugo Di Puorto (12 anni 6 mesi e 20 giorni) Raffaele Morrone (12 anni 4 mesi e 20 giorni) Andrea Cavallari (11 anni e 10 mesi) Moez Akari (11 anni e 6 mesi) per Haddada Souhaib (11 anni e 3 mesi) e Badr Amouiyah (10 anni e 9 mesi). Giovani residenti in provincia di Modena, che con il loro comportamento propiziarono il dramma. La storia, com'è noto, si consumò nella notte tra l'8 e il 9 dicembre 2018 in una discoteca di Corinaldo, ovvero la cittadina marchigiana a pochi chilometri di Ancona divenuta tristemente famosa negli ultimi quattro anni. Un nutrito gruppo di giovani (si parla di circa 1500) si era riversato nel locale "Lanterna Azzurra" per assistere al concerto del rapper Sfera Ebbasta quando la "banda" spruzzò sulla folla spray urticante al peperoncino generando il panico tra i presenti. Nel tentativo di sfuggire all'attacco, tutti si diressero verso l'uscita creando un pericoloso ingorgo che causò la morte di cinque minori e una giovane mamma.
Le vittime furono le quattordicenni Asia Nasoni ed Emma Fabini, il sedicenne Daniele Pongetti, la quindicenne Benedetta Vitali, il quindicenne Mattia Orlandi e la trentanovenne Eleonara Girolimini. I feriti furono invece un centinaio, alcuni dei quali schiacciati dal crollo di una passerella al piano superiore del locale. Le indagini successivamente condotte dalle forze dell'ordine hanno accertato come i condannati fossero soliti utilizzare lo spray in pubblico per poi procedere a rapinare i presenti. E alla luce di tutto ciò, la Corte di Cassazione non ha avuto dubbi.
Ci sarebbe ad ogni modo un'appendice, per chiudere del tutto l'intera (brutta) storia: in piedi c’è ora il processo sulle responsabilità amministrative e sulla sicurezza del locale, già iniziato al tribunale di Ancona il 18 novembre scorso. E nelle prossime settimane potrebbero quindi esserci ulteriori sviluppi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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