Questa mattina sono stati arrestati 7 ragazzi appartenenti alla "banda dello spray", che l'8 dicembre 2018 tramite l'utilizzo di spray al peperoncino provocò un caos enorme nella discoteca Lanterna Azzurra. Il bilancio fu tragico: 6 vittime e oltre 100 feriti. Il procuratore di Ancona Monica Garulli, nel corso di una conferenza stampa relativa alle indagini e agli arresti per la strage di Corinaldo, ha svelato tutti i particolari sull'organizzazione del gruppo: "Lo spray urticante era usato come arma impropria, per la attività predatoria: o per rendere più facile la sottrazione o facilitare la fuga dopo la sottrazione".
I ragazzi in questione "svolgevano prevalentemente lavori saltuari, o non svolgevano lavori, e avevano comunque un tenore di vita abbastanza alto dovuto anche a queste attività delittuose". Su una bomboletta spray è stata ritrovata una traccia biologica: "Una ulteriore attività è stata svolta dal Ris sui reperti sequestrati, su una bomboletta che abbiamo trovato in prossimità dell'uscita e il profilo genetico maschile delle tracce rinvenuta sul tasto di pressione della bomboletta analizzate dai Ris risulta compatibile e coerente con quello di uno degli arrestati". I giovani "sfruttavano eventi musicali e con alto assembramento di persone per compiere azioni delittuose con l'utilizzo di spray urticante".
Sono emersi altri dettagli sui fermati: "Hanno quasi tutti precedenti specifici, alcuni anche per furti con strappo ed erano stati arrestati da altre autorità giudiziarie". Inoltre dal punto di vista psicologico "è stato evidenziato un fenomeno che è abbastanza inquietante e che non riguarda solo questo gruppo criminale che viene da Modena: l'esistenza di bande di ragazzi che hanno una operatività criminale molto simile e che usano lo spray urticante approfittando di concerti o eventi pubblici con una vera spartizione dei territori. È un fenomeno che si realizza al centro-nord italiano".
I movimenti di quella serata sono stati ricostruiti grazie all'utilizzo "del Gps dell'assicurazione, delle celle telefoniche e il telepass dell'autostrada", che hanno consetito di descrivere molto chiaramente "i passaggi, come sono arrivati nel locale e che tipo di contatti ci sono stati tra loro". Gli arrestati "ottenevano 15mila euro al mese come guadagno medio per rapine e furti, che spendevano nell'acquisto di beni di lusso, vacanze e sostanze stupefacenti".
Tra le sei persone che sono state rapinate dalla banda modenese, una stava aiutando chi era finito nella calca all'esterno del locale. "Un caso è stato accertato", hanno assicurato gli inquirenti.
Furti in maniera sistematica
"Sono state sentite e raccolte le dichiarazioni di molte persone, che hanno anche descritto di essere state vittime di quegli atti predatori che sono contestati. Ci sono 5 soggetti vittima di rapina e uno di furto con strappo, una attività realizzata prima dell'uso dello spray urticante", ha aggiunto il procuratore. Ma c'è un particolare che ha permesso di individuare l'attività del gruppo criminale: "L'uso dello spray al peperoncino era il modus operandi della banda. Come emerge dalle attività tecniche svolte c'era una consuetudine all'utilizzo della sostanza urticante".
Ma non è finita. La banda ha messo a segno altri colpi anche dopo la strage: "Ha continuato settimanalmente a colpire nelle discoteche, ma evitando ogni uso di spray al peperoncino". Addirittura ci sarebbe anche un caso in cui, per commettere una rapina, "è stato utilizzato il taser".
La Procura di Ancona continua a indagare sulle diverse responsabilità che hanno
contribuito alla realizzazione della strage: "Non bisogna dimenticare che l'assenza di presidi di sicurezza e le carenze strutturali del locale concorrono come concause nel determinarsi degli eventi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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