Patrizia Nettis, il dettaglio che cambia tutto: "C'era un uomo". Spunta la supertestimone

La svolta sul presunto suicidio. La madre: "Si vuole nascondere qualcosa o qualcuno"

Screen Quarto Grado
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Non c’è mai stata un’autopsia per Patrizia Nettis, la giornalista pugliese che ha perso la vita nella notte del 29 giugno 2023 nella sua casa di Fasano. La professionista, originaria di Gioia del Colle, viveva lì dal momento in cui era stata assunta nell’ufficio stampa del Comune. Ma intorno alla sua morte restano tanti dubbi.

La donna fu trovata impiccata con un lenzuolo. Non solo non fu eseguita l’autopsia sul suo corpo, ma mancano gli esami tossicologici, non sarebbe stata repertata del tutto la scena del crimine, non è stato analizzato il lenzuolo (ora conservato dal padre per impedire eventuali contaminazioni). Inoltre il suo smartphone risulta bloccato per i troppi accessi falliti e quindi non si è potuto analizzare.

La notte prima del presunto suicidio, Patrizia avrebbe avuto un confronto con due uomini che frequentava: un imprenditore, ora indagato per stalking e istigazione al suicidio, e un politico ritenuto persona informata sui fatti. Il politico e l'imprenditore, quella stessa notte, si sarebbero scambiati tra loro 400 messaggi, tra i quali alcuni in cui avrebbero dato della "malata" e della "pazza" alla giornalista.

Noi non comprendiamo - ha spiegato a Quarto Grado il legale della famiglia Giuseppe Castellaneta - il motivo per cui sia stata fatta la copia forense del telefono dell’indagato, mentre dell’altro uomo, che sembrerebbe aver avuto un ruolo pressoché anzi sostanzialmente identico a quello dell’indagato, è considerato ancora persona informata dei fatti”.

Il 15 settembre 2024 la vicenda di Patrizia Nettis potrebbe essere archiviata, ma la famiglia vuole che si giunga alla verità. “Noi non sappiamo nulla di quella notte […] - aveva detto in una precedente intervista la mamma della giornalista Rosanna Angelillo - Non sapere nulla e aspettare la chiusura delle indagini, che avverrà dopo un anno dalla dipartita di Patrizia ci fa stare male, ci fa stare molto male. Chiediamo ancora un’autopsia sul corpo di Patrizia, forse il suo corpo continua a parlare”.

Recentemente Rosanna Angelillo si è pronunciata a Quarto Grado anche sulla mancata autopsia: “Il nostro avvocato ha chiesto l’autopsia per ben tre volte. In un primo momento non hanno risposto assolutamente, né in positivo né in negativo. Poi hanno detto che non c’erano i gravi motivi per poter procedere con un’autopsia.

Questo ci lascia sempre più perplessi, perché - pensiamo - che ci sia sotto qualcosa o qualcuno che vogliono nascondere”. Per la donna e il resto della famiglia queste lacune rappresentano una morte che si rinnova continuamente.

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