Il drammatico racconto del fratello dell’avvocato ucciso a Roma

Il giovane ha tentato di salvare la sorella mettendosi in mezzo tra lei e Bonaiuti, ma non è riuscito a evitare il peggio

Il drammatico racconto del fratello dell’avvocato ucciso a Roma

Lorenzo, il fratello di Martina Scialdone, l’avvocato che è stato ucciso a Roma con un colpo in pieno petto per mano del suo ex, Costantino Bonaiuti, aveva tentato invano di salvare la sorella, cercando di mettersi in mezzo tra lei e l’assassino. Come riportato da RomaToday, è emerso dall’ordinanza di custodia cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari a carico del 61enne. Nell'atto viene citata la drammatica testimonianza del fratello della vittima, che ha ricordato quanto avvenuto quella tragica sera. Lorenzo ha raccontato della lite iniziata all’interno del ristorante 'Brado' di via Amelia.

Martina lo aveva chiamato

Il fratello ha ricordato che Martina lo "aveva chiamato intorno alle 23 per andarla a prendere, poi poco dopo che sarebbe tornata da sola. Aveva un tono agitato. Ho capito che il motivo per cui stavano litigando era perché lei gli aveva detto che doveva lasciarlo"'. L’uomo non si era fidato di quanto gli aveva detto al telefono la sorella e aveva deciso di raggiungerla e controllare la situazione. Il ristorante è infatti a poca distanza dall’abitazione. Quando l’ha richiamata al cellulare ha sentito Bonaiuti accusare la 35enne di tradimento. A quel punto Lorenzo avrebbe deciso di intervenire. Per riprendersi le chiavi di casa Martina si è avvicinata all’auto dell’ex, una Mercedes, e "quando è uscito dalla macchina, lui la tratteneva per un braccio e io mi sono messo in mezzo cercando di dividerli per portare via Martina", ha affermato Lorenzo davanti agli inquirenti. L’uomo sarebbe riuscito a dividere la coppia ma proprio in quell’istante il 61enne avrebbe estratto la pistola e sparato. "Non ho visto quando ha estratto l'arma. È durato una frazione di secondo, ho visto che puntava all'altezza del petto e poi ha sparato. Ero a distanza da lei forse un metro", ha raccontato il testimone.

Il ricordo di Lorenzo

Lorenzo ha quindi portato la sorella, ormai in fin di vita, all’ingresso del locale per chiedere aiuto. Ma la donna è morta tra le sue braccia poco dopo. Anche un’amica della giovane vittima sembra sapesse che Martina non era tranquilla all’idea di incontrare il suo ex, e proprio per questo aveva condiviso la posizione gps del suo telefono prima di entrare al ristorante dove i due avevano appuntamento. Al gip di Roma Simona Calegari, l’amica ha raccontato: "Martina mi diceva che quando litigavano volavano parole pesanti ma nulla di più". Una volta le raccontò anche di essersi spaventata durante una lite perché Costantino era diventato come un ‘cane rabbioso’.

Secondo il giudice è "palesemente e inequivocabilmente emerso che l'unico obiettivo perseguito da Bonaiuti fosse esclusivamente quello di uccidere la Scialdone. Infatti, ciò si evince non solo dalle modalità di svolgimento dei fatti così come descritte dal fratello della vittima, testimone oculare, ma anche dalla circostanza che Bonaiuti, pur potendo, anche successivamente all'evento rivolgere l'arma nei suoi stessi confronti, ha con estrema lucidità, una volta ucciso la donna, diretto la sua azione esclusivamente alla fuga".

Adesso la procura di Roma, con i pubblici ministeri del pool antiviolenza coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta all’indagato l'omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia e dall'aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva. Il gip ha sottolineato che a carico di Bonaiuti emerge "un panorama indiziario talmente consistente e solido da considerarsi, già allo stato, pressoché inconfutabile nel proseguo dell'attività investigativa".

Da quanto emerso Bonaiuti non sembra portasse con sé armi, "se non per scopi sportivi.

Questa circostanza contribuisce nel ritenere ragionevolmente verosimile il fatto che" l’uomo "consapevole della volontà della compagna di voler interrompere definitivamente la relazione e scoperta la nuova frequentazione" della donna '"si fosse recato all'ultimo appuntamento con la vittima portando preordinatamente con sé l'arma, con la quale poi le avrebbe sparato, uccidendola'".

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