Tutta Italia si stringe in un abbraccio, per i conoscenti fisico, per gli altri virtuale, alla famiglia di Giulia Cecchettin, la 22enne scomparsa e uccisa la notte dopo l’11 novembre dopo essere uscita in un centro commerciale con il suo ex Filippo Turetta, che l'avrebbe aggredita, accoltellata e abbandonata nei pressi del lago di Barcis.
Questa mattina, il padre Gino Cecchettin ha dichiarato ai giornalisti: “Non provo rabbia, non provo nulla. Io penso alla mia Giulia che per me ormai non c'è più”. E mentre ci si interroga su cosa si possa fare per la prevenzione dei femminicidi, nelle scorse ore papà Gino ha pubblicato su Facebook una chat con la figlia. È uno scambio di messaggi non solo pieno di affetto, ma di una normalità dolorosa: non è naturale che un padre debba sopravvivere a una figlia, non è naturale che una ragazza che si affacciava alla vita con estrema gioia sia uccisa. Nello scambio Giulia scrive: “Spero di non averti svegliato, sono andata a prendere l'autobus per andare a fare colazione coi miei amici. Ti voglio bene”.
Più volte papà Gino ha raccontato in questi giorni come la figlia avesse tanti amici, tanti compagni di università che le volessero bene, come si ritrovassero spesso a colazione, per iniziare insieme una giornata di studio o di svago. A quel messaggio l’uomo risponde: “Grazie amore, anch'io tanto”. È difficile immaginare cosa stia passando Gino Cecchettin se non lo si è vissuto, e in ogni caso ogni esperienza è diversa dalle altre.
Papà Gino è tornato a pubblicare qualcosa sui social nella giornata di ieri, dopo diverse ore dal ritrovamento del corpo della figlia. Per lei un messaggio che fa riferimento anche alla recente morte della madre di Giulia: “Amore mio, mi manchi già tantissimo, abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia”. E poi anche lo screen di una frase ormai tristemente celebre, perché accompagna sempre più spesso la notizia di femminicidi: “L'amore vero non umilia, non delude non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L'amore vero non urla, non picchia, non uccide”.
Fuori dall’abitazione di famiglia in tanti lasciano fiori, messaggi, peluche. È una processione silenziosa, accorata, dolorosa. Non si può non provare empatia per questa giovane che appare sorridente nelle foto ma che, in base da quello che emerge nelle testimonianze aveva a un tempo paura ma anche una ferrea volontà di aiutare il prossimo.
Intanto nella sede del dipartimento di Ingegnera in via Gradenigo a Padova, facoltà che Giulia frequentava e presso la quale avrebbe dovuto discutere la tesi nei giorni scorsi, la coetanea viene ricordata dai compagni
di corso, insieme con i docenti. Per volere del direttore di Ingegneria dell’informazione Gaudenzio Meneghesso al tipico minuto di silenzio che di solito accompagna le commemorazioni, seguirà la proiezione di un messaggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.