Un biglietto, sul quale campeggiava una frase in italiano particolarmente minacciosa:"Il tempo è solo una finestra, la morte è solo una porta. Tornerò e cercherò ognuno di voi". Questa la minaccia di Igor il russo, al secolo Norbert Feher, rinvenuta in alcuni fogli che teneva con sè in cella. Il killer serbo si trova detenuto in Spagna, dove sta scontando una condanna ad oltre vent'anni di carcere dopo esser stato ritenuto colpevole di tre omicidi (mentre in Italia era stato condannato per due uccisioni). Ma anche dietro le sbarre sembra continuare a dar filo da torcere alle forze dell'ordine, visto che proprio nelle scorse ore è stato condannato ad altri quattro anni di reclusione a causa dell'aggressione a cinque operatori e ad un funzionario del penitenziario di Duenas.
Lo riporta il quotidiano Il Resto del Carlino, per un patteggiamento che ha posto fine ad un episodio risalente al 2021. In quel frangente, Feher aggredì il personale della prigione utilizzando una mattonella, che aveva progressivamente affilato sino a trasformarla in una vera e propria arma. Sin dal suo arresto in Spagna, Igor il russo ha cambiato a quanto sembra ben cinque penitenziari. Questo perché la sua gestione si è rivelata problematica, fra minacce e vere e proprie aggressioni. E proprio durante uno dei recenti trasferimenti, gli agenti hanno trovato nella sua cella il biglietto in italiano sopracitato, accanto ad altre frasi scritte in serbo e ad una sorta di codice binario. In Italia, nel 2019, venne condannato all’ergastolo, per una pena confermata in ogni grado di giudizio. Il quarantunenne, il 1° aprile 2017, uccise a colpi di pistola Davide Fabbri, al culmine di un tentativo di rapina nel suo bar a Budrio (in provincia di Bologna).
Esattamente una settimana dopo, uccise in un agguato la guardia ecologica volontaria Valerio Verri e ferì gravemente l’agente provinciale Marco Ravaglia, nelle campagne di Portomaggiore. Poi svanì nel nulla, per ricomparire otto mesi più tardi nella penisola iberica dove assassinò a colpi di pistola l’allevatore José Luis Iranzo e i due agenti della Guardia Civil Vìctor Romero e Víctor Caballero.
Dopo l’aggressione dello scorso marzo a Madrid, invece (quando si fece trovare, dai poliziotti venuti a prelevarlo per portarlo ad un’udienza, rivestito da una sorta di armatura fatta di giornali) nella sua cella furono notate costolette di maiale conservate da una cena precedente, che stava affilando per utilizzarle come arma. Igor il russo insomma, sembra continuare a rappresentare un problema non da poco, per la giustizia spagnola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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