I punti chiave
È un giorno chiave per l’indagine sull’omicidio di Giulia Cecchettin. Stamattina infatti è in corso l’autopsia sul corpo della giovane e il pm Andrea Petroni ha incoontrato Filippo Turetta: potrebbe parlare? il condizionale è d’obbligo in questo frangente, perché nei giorni scorsi Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha pronunciato solo dichiarazioni spontanee al gip Benedetta Vitolo, dichiarazioni che però non hanno aggiunto niente a quanto detto dal 22enne alla polizia tedesca che aveva fermato la sua corsa.
Le tre fasi dell’omicidio
Come è stata uccisa Giulia Cecchettin? L’autopsia non potrà che fare luce su quelle che si ipotizzano essere tre fasi nell’omicidio. La prima fase consisterebbe nella prima aggressione, quella denunciata da parte di un vicino di casa di Giulia a Vigonovo e consumata in un parcheggio nei pressi dell’asilo: stando alla documentazione, l’uomo avrebbe parlato di urla, di lei che grida “Mi fai male” e di calci assestati mentre lei era raggomitolata a terra.
La seconda fase sarebbe l’aggressione consumata a Fossò, dove, come a Vigonovo, sono state trovate chiazze di sangue. A Fossò le telecamere di sorveglianza di un’azienda hanno infatti inquadrato una seconda aggressione, anche questa con calci, la tentata fuga di Giulia e una terza fase, quella che avrebbe portato al colpo fatale.
Giulia ha riportato 26 ferite, alcune inflitte post mortem, come quelle da trascinamento, ma ce ne sono alcune anche sulle mani, forse perché la 22enne ha lottato contro il suo aggressore o forse contro un coltello. Ce ne sono alcune alla testa: è da vagliare se siano legate al colpo fatale che avrebbe spezzato il collo della giovane dopo la tentata fuga. La rottura del collo ha dei margini netti e si trova nella regione latero-cervicale sinistra e cervicale posteriore: cosa o chi l’abbia inflitta potrebbe dare informazioni per valutare la possibilità dell’aggravante della crudeltà. Mentre il fatto che l’omicidio si sia svolto in tre fasi o meno potrebbe essere importante per valutare l’aggravante della premeditazione. Al vaglio anche l'ipotesi di morte per choc emorragico.
L’autopsia
Sicuramente i risultati dell’autopsia, com’è già accaduto per altri femminicidi, solleveranno l’opinione pubblica, ma i dettagli sono importanti ai fini della concretizzazione dell'ipotesi di reato per Turetta, attualmente accusato di sequestro di persona e omicidio. Al lavoro questa mattina l’anatomopatologo Guido Viel, ovvero il consulente nominato dalla procura di Venezia, ma anche l'entomologo Diego Vanin. L’esame si sta svolgendo all’Istituto di medicina legale di Padova. Il consulente nominato dalla famiglia Cecchettin è invece Stefano D'Errico, che fu al lavoro sul caso di Liliana Resinovich.
Sul cadavere di Giulia verrà effettuata anche una tac: lo ha annunciato la dirigente dell’unità operativa di Medicina Legale dell’ospedale universitario di Padova Anna Aprile, che ha ricordato Giulia in quanto studentessa dell’ateneo padovano come “una perdita comune non solo della famiglia, ma di tutta la comunità”. Non si sa quanto durerà l’autopsia: “Dipende dalla lesività che verrà riscontrata. I tempi si decidono man mano che l'indagine va avanti, da quello che viene rinvenuto”.
Dalle 11 sono nel carcere di Montorio a Verona i legali di Turetta, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. È in corso infatti l'incontro con il pm Petroni.
Il libro della nonna
Ieri la nonna di Giulia, Carla Gatto, ha presentato il suo libro “Con lo zaino in spalla e…”: parla di Emma, una ragazza che si ribella alla violenza del patrigno. La nipote aveva iniziato a leggerlo: “Ma Giulia non è Emma, per lei non c'è stato un lieto fine e ora abbiamo un dolore devastante da affrontare. La nostra bambina non meritava un finale così crudele” ha detto l’autrice al Corriere della Sera.
Il romanzo è dedicato alla nuora scomparsa, ma Gatto ha spiegato che il prossimo lo dedicherà proprio a Giulia: “Giulia è diventata la figlia di tutti.
Ma è giusto così, la sua storia è arrivata al cuore di tantissime persone”. E ha parlato anche di Turetta: “In questo momento non so cosa provo. Sentire un sentimento di rabbia è inevitabile. Provare odio non è, però, utile a nessuno. L’odio ci logora inutilmente”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.