In casa veleno per topi. Le ricerche sul web di Impagnatiello: "Ecco come usarlo..."

Ieri durante il sopralluogo è stato trovato un topicida: giorni prima il killer di Giulia Tramontano aveva cercato sul web gli effetti. Nell'appartamento di Senago anche la foto sul muro dei due sorridenti al mare

I coltelli rinvenuti all'interno dell'appartamento di Impagnatiello
I coltelli rinvenuti all'interno dell'appartamento di Impagnatiello
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Si è partiti dalla ricerche sul web: "Veleno per topi". "Effetto sugli esseri umani". E a queste si è cercato riscontro, durante il sopralluogo delle tute bianche dei carabinieri del Sis e degli inquirenti di ieri nell'appartamento al primo piano della villetta in via Novella, a Senago. Una confezione di topicida è stata effettivamente trovata in casa, come riportano stamane alcuni quotidiani. Oltre a questa sono state rinvenute altre due bustine all'interno dello zaino marrone del ragazzo: significa che il delitto di Giulia Tramontano, 29enne incinta al settimo mese, era stato premeditato da giorni? E che la scoperta della "doppia vita" di Alessandro Impagnatiello ha dato un'accelerata al proposito di uccidere? Tutte domande a cui si dovrà dare risposta con le indagini che andranno avanti ancora per diverso tempo. La procura di Milano è da sempre convinta che vi sia stata premeditazione: cioè avrebbero pianificato l'omicidio "almeno qualche giorno prima" anche se per il momento la tesi non è stata accolta dal gip Angela Minerva che, la scorsa settimana, ha convalidato il fermo. Secondo quanto è uscito gli inquirenti erano già a conoscenza della presenza del topicida, fatto del quale Impagnatiello aveva parlato durante l'interrogatorio, dicendo che gli sarebbe servito perché sul luogo di lavoro c'erano dei topi. Spiegazione che avrebbe poco convinto i carabinieri della squadra Omicidi.

Ieri durante il sopralluogo nella casa che era stata ripulita sono stati repertati più coltelli: tra questi anche "quello piccolo" che dice di avere utilizzato per ucciderla. Nei tre locali più cucina tutto era in ordine: le piastrelle del pavimento tirate a lucido, il tiragraffi del gatto posizionato di fianco al televisore, i libri allineati sulla libreria di fronte al divano a "L". Un dettaglio che oggi appare uno sfregio: in bella vista su una delle pareti dell'ingresso, la stampa fotografica di Impagnatiello e Giulia sorridenti, occhiali da sole scuri lui, cappello di paglia lei, sullo sfondo il mare turchese.

Di tracce, si sbilanciano gli investigatori, nell'appartamento pulito e con un ordine quasi "maniacale" ne sono state trovate tantissime grazie al Luminol. Nella ceramica della vasca - dove avrebbe provato a bruciare il corpo - macchie scure. C'erano anche altre impronte, oltre a quelle del barista. Sui gradini non solo la cenere, quella di cui avevano parlato una vicina e un uomo delle pulizie, ma anche chiazze individuate pure sulle pareti. Tutti elementi che verranno esaminati in laboratorio: gli esiti, incrociati con quelli dell'autopsia della donna in programma per venerdì e i risultati dell'analisi delle immagini delle telecamere, potrebbero dare una ricostruzione diversa da quella offerta a inquirenti e investigatori da Impagnatiello.

Zaino Omicidio Tramontano
Lo zaino di Alessandro Impagnatiello

Da giorni le indagini degli inquirenti e degli investigatori si concentrano sulla seconda fase del delitto: ovvero capire se qualcuno abbia aiutato Alessandro Impagnatiello a disfarsi del corpo della compagna, la 29enne incinta al settimo mese e uccisa a coltellate sabato scorso a Senago. Se per quanto riguarda la prima fase, ovvero il delitto stesso, non vi sono al momento dubbi che il barista 30enne sia stato aiutato - semmai che il delitto possa essere stato premeditato - ciò non è per quanto riguarda la seconda accusa: l'occultamento del corpo. Il punto è accertare se qualcuno di molto vicino al killer (si parla di ambienti familiari) possa averlo aiutato a disfarsi del corpo o lo abbia coperto pur avendo scoperto che Impagnatiello aveva ucciso e nascosto la donna, di cui ha denunciato la scomparsa nel tentativo di depistare gli investigatori. Ieri chi indaga si è sbilanciato su un dettaglio che è da giorni sul web grazie a un video di Repubblica.it: il barista di un locale vicino al luogo del ritrovamento ha detto che Impagnatiello, la madre e il compagno di lei si erano informati sulla presenza di telecamere nel locale.

Forse per avvalorare - nelle intenzioni del killer - l'ipotesi di un allontanamento, oppure per sincerarsi che nessuno lo avesse visto trasportare il corpo. Dal sopralluogo di ieri, però, non sono emersi riscontri: "Non c'è veramente nulla, per ora, che ci faccia pensare ad un complice post delitto", è stato riferito da ambienti investigativi.

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