Nomi storici e nuove scoperte, maison leggendarie e piccoli produttori d'elite, rosé e millesimati, da sorseggiare in barca, in montagna davanti al caminetto, sulla spiaggia oppure a tavola assieme agli amici. Lo champagne irrompe con forza come ogni fine anno, diventando un momento cult per romantici e foodies, con la promessa di gustarlo poi senza aspettare i momenti importanti. Lo fa Francesca Terragni, direttore commerciale del gruppo Moet-Hennessy: lo sorseggia sempre, mare o montagna che sia, a Capodanno come in un qualsiasi momento vacanziero. «Il Krug, nostro champagne più prezioso, lo preferisco quando sono a Capri, su una barca vintage, guardando i Faraglioni e assaggiando un piatto di spaghetti al pomodoro. Il Ruinart rosè, che incarna dei valori più romantici, per via del colore oro-rosa che tende al corallo, si addice a Palazzo Gritti, a Venezia, all'ora dell'aperitivo, però lo vorrei assaggiare anche in un albergo super moderno a Singapore. Veuve Clicquot invece è uno champagne da ogni giorno». Come possiamo targetizzare le tre maison? «Krug è per chi sa comprendere lo champagne, per le menti audaci e creative, per le persone epicuree. Solitamente chi lo apprezza non riesce assaggiare altro, diventa dipendente: è ideale con le pietanze squisite e semplici, con il culatello Spigaroli come con la pizza d'autore. Ne approfitto: per Natale abbiamo realizzato un libro stupendo, Krug Lovers, fotografie con i personaggi che nel tempo hanno amato il brand. Ruinart invece ha un carattere diverso: elegante e corposo, aromi di ciliegia e bacche rosse appena colte, come gusto è ideale per le carni rosse. Veuve Clicquot è un piccolo lusso quotidiano anche per via dei costi (non supera i 47 euro). Poi però c'è anche il Grande Dame 2004 con un packaging nuovo, lo suggerisco come regalo di Capodanno, per i più esigenti. Pure Ruinart propone un coffret in limited edition assieme all'artista olandese Piet Hein Eek. A proposito di Krug: Alberto Citterio, executive chef di Seven Stars Galleria e Town House, lo propone abbinato ai gamberi rossi con sale alla liquirizia e spuma di fegato grasso con gel al melagrano. Parlando di chicche, Luca Gardini suggerisce il Roger Cuvée Winston Churchill 2002: «Il famoso statista britannico si appassionò talmente tanto ai vini della Pol Roger, che la maison, dopo la sua morte, gli dedicò l'etichetta più importante. Chic ma di grande sobrietà come un abito di Savile Road, questo vino è composto in gran parte da uve Pinot Nero. In cantina riposa sui lieviti per almeno 10 anni. L'annata 2002 per altro è la migliore del nuovo millennio. Poi, Armand de Brignac: la bottiglia dorata è adornata dall'asso di spade, dalle nostre parti picche, interamente a mano. All'interno il classico assemblaggio dei tre vitigni della regione (Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier) cui vengono aggiunti vini di riserva che hanno oltre 10 anni di età. Ricco di sensazioni floreali ed agrumate ha affascinato anche il rapper americano Jay-Z che ha acquistato la maison che produce questa etichetta». Da parte sua Bruno Paillard, champagne nato a Reims nel 1953 da un'antica famiglia di viticoltori, proprietaria di un vitigno di 30 ettari di cui 12 in territori Grands Crus e Premiers Crus, con una produzione annuale di circa 500.000 bottiglie, per il fine anno propone il millesimato Nec Plus Ultra del 1999. Valentina Vignali, la nuova regina delle importatrici di champagne rari e preziosi, ci sussurra il nome di Jean Pierre Legret Millesime 2000 e il Collard Chardelle Saveur d'Antan 2002, affinamento in botte di rovere e bouchon liege, ovvero presa di spuma con tappo di sughero e degorgement manuel, operazione realizzata da pochissimi, tra cui Bollinger.
Siccome a Capodanno sogniamo e speriamo in un inizio strepitoso, concludiamo con lo champagne dell'etichetta verde speranza, ovvero il Marguerite Guyot Desir, molto floreale e agrumato ma soprattutto di grande freschezza. Buon champagne a tutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.