Prima non ha dichiarato il reddito complessivo da circa 150mila euro l'anno della moglie per accedere al beneficio, poi ha evitato di riferire di avere svolto delle attività lavorative retribuite con l'obiettivo di non perdere il sussidio: arriva da Chioggia (Venezia) l'ennesimo caso di furbetto del reddito di cittadinanza.
Protagonista della vicenda un chioggiano di 49 anni, che ha subito una condanna a 2 anni e 2 mesi di reclusione ad opera del tribunale di Venezia. Il giudice penale, infatti, ha riconosciuto la violazione dell'art.7, primo comma, del decreto legge n.4 del 28 gennaio 2019:"Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio (di cui all'articolo 3 dello stesso dl), rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni".
Le indagini
A portare a galla la vicenda sono stati gli uomini della Guardia di finanza di Chioggia, che hanno svolto i propri controlli incrociando le banche dati su cui sono presenti i nominativi dei richiedenti e dei percettori del reddito di cittadinanza e quelle su cui vengono riportate informazioni relative all'instaurazione di rapporti di lavoro, al versamento di contributi previdenziali o alla partecipazione a iniziative societarie.
Quando le verifiche effettuate hanno messo in evidenza chiare irregolarità, il 49enne è stato convocato per essere interrogato sulla vicenda. Tra suddette irregolarità anche quella, decisamente rilevante, relativa all'omissione della comunicazione del reddito mensile della moglie: la donna, in qualità di titolare di una ditta individuale, percepiva infatti ben 13mila euro. Dinanzi agli inquirenti l'uomo ha ribadito più volte di ignorare l'obbligo, in quanto richiedente del reddito di cittadinanza, di dover riferire i guadagni della consorte, cosa che influisce ovviamente sul diritto di poter beneficiareo meno del Rdc. Non solo. Il diretto interessato, a suo dire, ignorava anche il dovere di comunicare i lavori svolti nell'arco di un anno, ritenendoli poco rilevanti.
Scuse inutili, dato che la legge non ammette ignoranza.
Ecco il perché del processo con rito ordinario ai danni del 49enne il quale, oltre la sospensione del reddito di cittadinanza e la reclusione a 2 anni e 2 mesi (sentenza che sarà impugnata in appello dai legali dell'uomo), potrebbe essere condannato anche a restituire quanto indebitamente percepito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.