Giovane russo indagato per istigazione al suicidio. Forse coinvolto nella Blue whale

Un 19enne di Cavaglià in provincia di Biella è indagato per istigazione al suicidio. Sui suoi profili social sono stati trovati elementi che riconducono alla Blue whale

Giovane russo indagato per istigazione al suicidio. Forse coinvolto nella Blue whale

Un giovane russo di 19 anni, residente a Cavaglià (Biella), è indagato dalla procura di Biella per istigazione al suicidio: potrebbe essere coinvolto nel "gioco" dell'orrore della Blue Whale.

Dalla Russia sembra che la Blue whale sia arrivata davvero in Italia. Dopo alcuni casi segnalati in Centro Italia e dopo falsi allarmi, ora la figura di un 19enne è sotto stretta osservazione. Come riporta La Stampa, un giovane russo di Cavaglià potrebbe essere coinvolto in questa macabra ritualità, anche se non è ancora stata archiviata l'ipotesi che il ragazzo possa essere soltanto un mitomane.

Il sostituto procuratore Mariaserena Iozzo esclude "che allo stato attuale dell’inchiesta vi sia la certezza di un suo coinvolgimento in quello che tutti conoscono come Blue Whale, anche perché, se ne fossimo sicuri, essendo maggiorenne sarebbe già finito in carcere". La Blue whale sta diventando - se non lo è già - un fenomeno davvero pericoloso tra i giovani, anche tra quelli italiani. Per i ragazzi, infatti, non è difficile trovare qualcuno che detti loro le regole e li faccia giocare. Basta accedere a internet, utilizzare qualche parola chiave e i curatori (coloro che dettano le regole del gioco, ndr) si metteranno in contatto con i giovani.

In territorio biellese, dove il disagio giovanile è un problema frequente, la minaccia Blue whale non è così lontana. Per ora, però, non ci sarebbero indizi gravi o palesi sul giovane di Cavaglià. La procura, infatti, ribadisce che non state trovate ferite autoinferte tipiche di chi rimane soggiogato dal terribile rituale, nonostante il suo profilo social sia pieno di foto di questo genere. Tra le altre cose, la stessa figura del 19enne e la sua condizione psicologica spinge gli inquirenti ad un’attenta valutazione e alla massima cautela. Il ragazzo, infatti, ha precedenti per droga, un passato difficile nella terra di origine, un altrettanto complicato inserimento nel Biellese e da tempo è conosciuto dai servizi sociali e dalle forze dell’ordine.

Gli inquirenti che indagano sul caso, quindi, stanno analizzando attentamente alcuni messaggi scritti dal 19enne sulla sua pagina Facebook. In quei post - sempre secondo quanto riporta La Stampa - ci sono precisi riferimenti alla Blue whale. L'episodio che ha fatto scattare l'allarme è di qualche giorno fa quando il ragazzo di Cavaglià ha scritto su Facebook: "La mia vita finisce qui, #F57". Dove F57 non è altro che l’hashtag di riferimento di questo terribile "gioco".

Dopo queste parole, il caso è finito all'attenzione della magistratura che ha ordinato ai carabinieri di perquisire la sua abitazione e di sequestrare il computer e altro materiale informatico in suo possesso. Ma quando i militari hanno bussato alla sua porta, il giovane russo non era in casa. Così sono scattate le ricerche e mentre le forze dell'ordine lo cercavano, lui mandava un messagio all'amica: "50esimo giorno, vai su un palazzo e buttati".

La ragazza ha così chiamato il 19enne e ha scoperto che si trovava a Vercelli. Tenendolo impegnato al telefono, ha fatto avvisare la Questura e gli agenti sono subito riusciti a rintracciarlo. Dopo i dovuti controlli, però, il giovane russo è stato rilasciato. Come scrive La Stampa l’istigazione al suicidio di cui è indagato il 19enne è un’ipotesi di reato che lascia aperta la possibilità di un coinvolgimento di più figure.

Gli inquirenti, infatti, starebbero valutando la posizione di altre persone, per lo più coetanee, vicine al giovane russo.

L’obiettivo è quello di chiarire se davvero la Blue whale sia arrivata in Italia. Tra i nostri giovani.

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