Come funziona il piano anti-nucleare in Italia

Il nostro Paese è pronto ad eventuali minacce del nucleare con un Piano Nazionale che viene aggiornato ogni tre anni: ecco quali sono i punti principali

Come funziona il piano anti-nucleare in Italia

Prevenire è meglio che curare, specialmente quando si parla di una materia delicata come il nucleare. Anche se il nostro Paese non possiede neanche una centrale, abbiamo ugualmente un "Piano Nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche", approvato il 1° marzo 2010 che ha revisionato quello precedente del 1996. L’attività di prevenzione è stata creata per eliminare o ridurre i possibili danni legati al rischio nucleare. "Il Piano c'è ed è in continuo aggiornamento, speriamo di non doverlo mai utilizzare", ha affermato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio.

Le 4 parti del Piano

Dal 2010, però, questo Piano viene revisionato e aggiornato ogni tre anni dalla Protezione Civile con il coinvolgimento di Vigili del Fuoco e Prefetture sui "punti strategici del sistema di allertamento". Questo documento è composto da quattro parti: la prima mostra quali sono gli obiettivi principali e cosa prevede la legge, la seconda mostra scenario di riferimento, presupposti tecnici e le possibili conseguenze in caso di radiazioni, la terza parte mostra la strategia operativa nel suo complesso, cioé dall'allerta alle informazioni nazionali e internazionali, dalla salute pubblica al monitoraggio dell'ambiente. Infine, la quarta parte del Piano italiano è relavita a come si dovrebbe intervenire in maniera operativa, quali sono cioé le varie fasi di allarme. Soltanto parlarne mette i brividi e speriamo rimanga per sempre nel "cassetto" ma è un'importante linea guida soprattutto per Regioni e Prefetture che non sarebbero impreparate alla peggiore evenienza.

Quando scatta la misura anti-nucleare

Come riporta Repubblica, il documento è composto da 19 tabelle e 9 allegati su aspetti molto tecnici che riguardano calcoli e misure delle radiazioni sull'ambiente e come intervenire in maniera operativa, le indicazioni per la iodoprofilassi, "pratica che mira ad assicurare una sicura fonte di iodio a tutta la popolazione al fine di eliminare la presenza endemica delle malattie provocate da insufficienza iodica", in questo caso dalle radiazioni. Infine, come cercare le sorgenti attive con gli aerei e sorvegliare la radioattività dell'ambiente circostante. Il Piano sarebbe operativo se dovessero scatenarsi eventi da sorgenti radioattive e nucleari: in base al tipo di evento si adotta una specifica misura (se, ad esempio, il problema è di un reattore piuttosto che una centrale).

Il Piano è stato redatto anche sulle proposte dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e prevede l'adozione di. specifiche misure di sicurezza nel caso di incidente ad una centrale posta a 200 km dai confini nazionali. In Italia, poi, esiste un altro ente, il Cen (Centro emergenze nucleari) composto da un'operatività nell'arco delle 24 ore per coordinare l’emergenza e valutare la gravità dell’evento, comunicare il diverso stato di preallarme.

Il servizio è in collaborazione con l'area meteorologica dell’Aeronautica militare che fornisce le previsioni meteo nelle zone dell’evento simulando quale potrà essere l'evoluzione e quali sarebbero le possibili conseguenze.

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