Il governatore dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso è stato pizzicato mentre correva in macchina in A25, un po' troppo veloce. Decisamente troppo, visto che gli è stata appioppata una multa da 1405 euro, con conseguente rischio di sospensione della patente.
L'episodio risale al 1 agosto dell'anno passato, alle 6:40 del mattino (circostanza, questa, che ha anche provocato la maggiorazione della multa). La notizia, però, al netto del notevole importo della sanzione, non sarebbe particolarmente degna di nota se la multa non avesse originato un piccolo caso politico. Il governatore D'Alfonso, infatti, ha presentato ricorso al prefetto dell'Aquila, che la ha prontamente rigettato, condannando il ricorrente al pagamento della sanzione, delle spese di notifica e del bollo di quietanza.
D'Alfonso, però, non ci sta: nuovo ricorso dinnanzi al giudice di Pace e, spiega il Centro, "in autotutela dinnanzi al Prefetto dell'Aquila": è così che la Giunta regionale avrebbe deliberato il conferimento della tutela degli interessi dell'amministrazione regionale a due legali dell'avvocatura della Regione.
Di qui la protesta dell'opposizione di centrodestra in consiglio regionale: "Il governatore dovrebbe sapere come non sia consentito viaggiare ad alte velocità per motivi 'istituzionali' ma anzi, visto l’alto incarico che ricopre dovrebbe tenere un comportamento più ligio - spiega Mauro Febbo - Abbiamo presentato un'interrogazione urgente per chiedere al presidente della Regione chi si farà carico di tutte queste spese, con quale macchina è stata commessa l’infrazione e a che velocità procedeva.
Quali fossero i motivi per cui viaggiava spedito in autostrada e se la Regione prevederà un rimborso e/o risarcimento danni a beneficio dell’autista nell’eventualità incorra in una sospensione della patente".Infine, una piccola curiosità: per colmo d'ironia, lo slogan elettorale di D'Alfonso era proprio "l'Abruzzo veloce".
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