Messaggi, conversazioni e nastri che incastrebbero i frati del convento di San Giovanni Rotondo, quello di padre Pio. A portarli alla luce è L'Espresso. Vittima dei presunti abusi è Anna Verde, impiegata del monastero, che con coraggio ha denunciato alla polizia di Foggia e ai carabinieri della sezione della procura della Repubblica. Una storia fatta di soprusi, molestie e ritorsioni.
I messaggi dei frati di padre Pio
Gli eventi e le trascrizioni di sms e telefonate ricevute dalla vittima parlano chiaro. E svelano il lato oscuro del convento più famoso d'Italia. I frati denunciati dalla vittima la tempestavo di messaggi. "Vorrei essere un neo per trovarmi nei posti più insensati, vorrei essere una crema di bellezza, per massaggiarti, vorrei essere un indumento per stare sempre addosso a te, ma ora vivo solo nell'immaginario e per questo mi accontento!", scrive uno degli accusati. Altri erano più diretti, più incentrati sul sesso: "Anna vorrei leccarti (…) per me non è un problema la notte mi (…) pensando la tua (...)". Anna Verde, ha denunciato alcuni religiosi e un laico. Per quest'ultimo, anche lui impiegato nel convento, come si legge sulle pagine de L'Espresso, è già in corso un processo che si svolge davanti ai giudici del tribunale di Foggia, in cui la presunta vittima si è costituita parte civile con l'avvocatessa Alessandra Guarini.
Vi starete chiedendo cosa accade ai frati di Pio accusati di abusi. Dopo 24 mesi, c'è un fascicolo aperto ma ancora nessun reato sessuale contestato. I pm di Foggia hanno solo registrato “maltrattamenti sul luogo di lavoro”. Insomma le molestie denunciate non sono state e non vengono prese in considerazione. Eppure eventi e comportamenti sono confermati da 3 frati che hanno visuto in periodi diversi nel monastero che ha ospitato padre Pio. Ecco per loro però una punizione c'è stata: quella "religiosa". Provvedimenti disciplinari firmati dai loro superiori dell’ordine dei frati minori cappuccini sono piombati sulle loro teste. Risultato? Allontanati dalla sede in cui erao ospitati e trasferiti altrove, sparsi per l'Italia, per un tempo non comunicato. Come lo defisce L'Espresso, "un esilio", con divieto di parlare con estranei. Puniti, secondo quanto appare, per aver collaborato e denunciato loro confraterni invischiati in situazioni di dubbio gusto verificatesi tra le sacre mura del convento del Santo di Pietrelcina.
Secondo la difesa della Verde non ci sarebbero approfondimento investigativo. Come scrive L'Espresso: "Per i magistrati non ci sono questi reati.
Non solo, per i maltrattamenti per i quali i frati sono ancora indagati, la procura chiede l’archiviazione, perché la notizia di reato è infondata. A questa richiesta Anna Verde si è opposta e il gip del tribunale dovrà fissare una nuova udienza per discutere questa scelta della procura".
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