È sotto shock la comunità di Taviano (Comune in provincia di Lecce) per la triste storia di abusi sessuali che vede protagonista Antonio Scala, un 69enne del posto. L'uomo, a cui sono contestati i reati di violenza sessuale continuata ai danni di minorenni e produzione di materiale pedopornografico, ha rivolto attenzioni morbose su ragazzini anche di età inferiore ai 14 anni. La lunga indagine, con il coordinamento del sostituto procuratore Stefania Mininni, è partita in seguito alla denuncia dal papà di una delle vittime il quale ha infatti dichiarato di aver visto l'anziano compiere atti sessuali espliciti. Quello stesso giorno il 69enne avrebbe cercato in qualche modo di giustificarsi, parlando di una dimostrazione su come approcciarsi alle ragazze. Ma la sua scusa è risultata da subito poco attendibile.
Le investigazioni hanno così fatto emergere l'esistenza di molti episodi incresciosi. Determinanti, oltre alla testimonianza del genitore sopra citata, anche le confessioni dei ragazzini che hanno ammesso di aver frequentato più volte Scala. Stando dunque a una prima ricostruzione gli abusi, consumatisi a partire da gennaio 2018 fino al mese di aprile 2019, avvenivano in un casolare. Qui le vittime venivano indotte dal pedofilo a sentirsi libere di giocare a carte, di mangiare pizze e patatine e persino di fumare sigarette. Ma tali concessioni avevano un prezzo da pagare. Facendo dunque leva sul sentimento di aggregazione insito negli adolescenti, il 69enne ha scelto di proposito ragazzini vulnerabili e incapaci di ribellarsi per dare sfogo ai suoi istinti sessuali.
Sono chiare le motivazioni che hanno reso necessario l'arresto in carcere di Antonio Scala. Il Giudice per le indagigi preliminari Giulia Proto le ha così giustificate: "C'è innanzitutto il rischio di reiterazione dei reati. Esso è elevato in considerazione in primo luogo dell'abitualità delle condotte perpetuate per un lungo lasso di tempo. In secondo luogo per la tipologia dei reati che denotano una perversione sessuale e quindi un'elevatissima pericolosità sociale specifica". Secondo il gip esiste, altresì, la possibilità di inquinamento probatorio. Le indagini sono tutt'ora in corso. Non si esclude che, oltre ai cinque ragazzi rispetto ai quali sono già stati raccolti indizi di colpevolezza, gli abusi sessuali siano stati perpetrati anche nei confronti di altri minori.
L'attuale vicenda si intreccia con altre storie del passato e che non sono mai cadute nell'oblio. Era il 21 giugno 1977 quando svanì nel nulla un bimbo di soli 6 anni, Mauro Romano di Racale. Scala, dopo la scomparsa, fu condannato per un tentativo di estorsione ai danni del genitore del piccolo. Questi, infatti, ricevettero ad un certo punto richieste di riscatto per 30 milioni di lire.
Le investigazioni permisero di arrivare proprio al 69enne che riferì di avere informazioni circa il posto dove sarebbe stato tenuto nascosto Romano, precisamente in località Castelforte. Non vi furono tuttavia riscontri.
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