Per ogni immigrato accolto in un istituto, anche se clandestino, lo Stato elargisce 35 euro, che diventano 45 se è un minorenne non accompagnato. Ma qual è il loro reale costo della vita all'interno di una struttura? A rispondere alla domanda ci ha pensato Libero.
Il giornale diretto da Belpietro, infatti, ha pensato bene di chiedere agli istituti e agli ospedali alcuni costi, in modo da verificare se i 35 euro che dà lo Stato possano bastare per il mantenimento di un profugo. La risposta è chiara: non solo bastano, ma avanzano anche. Prima di tutto occorre fare una distinzione tra gli istituti che ricevono la beneficenza e quelli che vanno avanti senza alcun tipo di aiuto. Per i primi, naturalmente, il guadagno è anche maggiore, mentre per i secondi il profitto è minore. Comunque parliamo di un "utile" di circa 8 euro al giorno. Come si arriva a questo risultato? È presto detto. Un pasto scolastico o nelle mense cliniche costa, mediamente, 4 euro, e dato che gli istituti forniscono tre pasti al giorno, il totale è di 12 euro. Dopo aver sentito un ospedale lombardo, inoltre, si apprende che il costo per lenzuola e coperte è di circa 2 euro al giorno. A questi vanno aggiunti 2,50 euro di pocket money (il denaro per le piccole spese), e 2,50 euro al giorno (75 euro al mese) per scarpe e vestiti. In più bisogna calcolare le spese di gestione degli edifici - acqua, luce e gas - che ammontano a 6 euro al giorno e le spese per l'igiene personale, circa 2 euro. Il totale è di circa 27 euro al giorno. Cioè 8 euro in meno rispetto ai soldi che lo Stato fornisce. Dunque, al mese, fanno 240 euro di introiti. Questa cifra, comunque, può naturalmente lievitare in due casi. Il primo: se l'immigrato è un minorenne non accompagnato lo Stato sborsa 45 euro al giorno, che porta il guadagno a 540 euro al mese. Il secondo: se l'istituto di accoglienza accetta anche la beneficienza, i costi di gestione giornalieri sono minori rispetto a quanto precedentemente calcolato. Per fare un piccolo esempio, infatti, le spese riguardanti le scarpe e i vestiti sono pari a 0 visto che sono i cittadini a fornirli.
Libero, però, intervista anche Omar, un extracomunitario che da anni ormai è in prima fila per l'assistenza ai profughi. Omar racconta che, secondo lui, i maggiori guadagni sono per gli albergatori che "in periodi di crisi o di bassa stagione possono riempire le stanze, magari mettendo quattro persone in una doppia". Sempre secondo il ragazzo, invece, è la Caritas a guadagnarci di meno, perché "molto spesso ospita le persone nei suoi edifici, ma prima li mette a norma e quindi spende denaro per i lavori", successivamente formerà i volontari e anticiperà i soldi che lo Stato rimborserà in ritardo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.