Aiutino di Bruxelles: ora sui conti si tratta

Aiutino di Bruxelles: ora sui conti si tratta

Coincidenze. Nel giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rendendo pubblico un calendario delle consultazioni allargato fino a domani, fa intendere che il governo giallorosso è vicino al decollo, nello stesso giorno da Bruxelles filtrano voci di un'altra Europa. Quella di Ursula von der Leyen. Un'Europa che per la prima volta dallo scoppio della crisi del 2007 mette l'austerity in secondo piano. Una Commissione europea che potrebbe allentare i vincoli del patto di stabilità. Quei lacci e lacciuoli che impediscono agli Stati europei di spendere in deficit più di un x% del Pil e di non indebitarsi oltre un y% dello stesso Pil. Il che, in tempi di Pil di nuovo in calo, non è poco. Coincidenze. Ma è esattamente quello che un anno fa il governo gialloverde provava a ottenere in tutti i modi senza riuscirci più di tanto. E chiudendo poi la partita con le clausole di salvaguardia che prevedono l'aumento della principale aliquota Iva dal 22 al 25% dal gennaio prossimo. Ma che ora sarà più semplice disinnescare. Solo coincidenze probabilmente. Come quelle che hanno visto il Movimento 5 Stelle votare per la prima volta contro la Lega, anticipando il divorzio agostano, proprio in Europa; e proprio per Frau Ursula: era il 16 luglio e senza i 14 eurodeputati pentastellati la fedelissima di Angela Merkel non avrebbe ottenuto la maggioranza del Parlamento Ue. Oggi, a meno di un mese e mezzo di distanza, quella divisione Lega-5Stelle sta per diventare contrapposizione, con i primi all'opposizione e gli altri ancora al governo. Ma, certo, molto più ben visti di prima dall'esecutivo comunitario a guida von der Leyen, che vedeva Salvini come il fumo negli occhi, ma guardava Conte con gli occhi dolci. Coincidenze difficili da prevedere anche perché quando mai ti ricapita una Germania in recessione? Rivedere il tabù del patto di stabilità per una Grecia, una Spagna o per un'Italia qualunque è un conto; ma se al gruppo si aggiunge la locomotiva d'Europa, diventa un'altra storia. Se perfino il capo della Bundesbank, il superfalco Jens Weidmann, preannuncia che con il prossimo trimestre di Pil negativo la recessione tecnica della Germania sarà una realtà, come si fa a non permettere di allentare i cordoni della borsa dei bilanci pubblici? E la regola varrà per tutti. Se solo Salvini avesse avuto un po' più di pazienza. È che sono coincidenze. E molto fortunate per il futuro governo italiano.

Giallo, ma con il rosso al posto del verde, che nell'Europa a trazione tedesca ha trovato un alleato prima ancora di nascere. Cose che non si vedevano da tempo. E che nessuno si poteva immaginare solo un mese fa. Coincidenze?

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