Alberto Stasi e la richiesta ai detenuti: "Spegnete la tv"

"Vi chiedo di non guardare in tv i programmi che parlano di me". Sabato mattina Alberto Stasi, pochi minuti dopo la condanna in via definitiva a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi, si è costituito al carcere milanese di Bollate

Alberto Stasi e la richiesta ai detenuti: "Spegnete la tv"

"Vi chiedo di non guardare in tv i programmi che parlano di me". Sabato mattina Alberto Stasi, pochi minuti dopo la condanna in via definitiva a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi, si è costituito al carcere milanese di Bollate. Con lui, nella cella 315 del Reparto I, al terzo piano, altri tre detenuti: un italiano e due montenegrini. Secondo alcune indiscrezioni i detenuti avrebbero accolto bene il 32enne di Garlasco e hanno accettato la sua richiesta: niente televisione.

Per Alberto non è la prima volta dietro le sbarre. Otto anni fa vi trascorse cinque giorni proprio con l'accusa di avere ucciso Chiara. "Sono innocente" continua a ripetere Stasi a chi gli fa visita. Lo ripete da 8 anni, da quel 13 agosto del 2007. E il suo legale, Giuseppe Colli, rincara la dose, come riporta Il Giorno: "Faccio i complimenti al vero assassino: è fuori che se la ride".

In cella lacrime e incredulità. "Devo ancora metabolizzare la sentenza. Devo ancora capire, non riesco a credere di essere qui - ha detto Stasi secondo quanto riporta un politico locale che gli ha fatto visita -. Ero certo finisse bene. Il procuratore generale aveva chiesto l'annullamento... Non ho avuto il tempo di preparare nulla. Ora la mamma mi porterà alcune cose, magari prendo un libro in biblioteca".

Quando la Cassazione ha emesso la sentenza, Alberto Stasi si trovava dal suo avvocato.

Poco dopo era già a Bollate, il penitenziario-modello: "Non sono nemmeno passato da casa a prendere il necessario. Mi sono immaginato la ressa dei giornalisti davanti al cancello, il muro di telecamere, il solito clamore. E allora ho preferito venire direttamente qui".

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