Anche Galli cede: "Come sarà il prossimo autunno"

L’ottimismo del chiusurista per eccellenza fa ben sperare: “Non avremo la stessa situazione di un anno fa”

Anche Galli cede: "Come sarà il prossimo autunno"

Anche Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell'ospedale Luigi Sacco di Milano, sembra essere diventato ottimista in vista del prossimo autunno. Il professore, dalle pagine del Fatto Quotidiano ha asserito sicuro: “Certo che non avremo la stessa situazione di un anno fa, quando la seconda ondata si rivelò poi drammatica tanto da condizionare le nostre esistenze per i mesi successivi". Gran merito lo si deve sicuramente alla campagna vaccinale anche se, adesso è la variante Delta, conosciuta anche come Kappa o indiana, a creare qualche preoccupazione. In particolare è la sua capacità di diffusione, ben superiore alle varianti precedenti, a non far dormire sonni tranquilli a coloro che ancora non hanno ricevuto il vaccino.

Secondo il professore, l’importante adesso sarebbe accelerare le inoculazioni e somministrare in tempi rapidi anche le seconde dosi, in modo da allontanare il rischio di contagio. Tenendo conto che, tra coloro che hanno terminato l’intero ciclo vaccinale e contraggono comunque il Covid, raramente l’infezione sfocia in casi gravi. Il rischio è che anche in Italia la variante Delta possa dilagare e, come sottolineato da Galli, la partita non è ancora chiusa.

La finale degli Europei di calcio

Proprio parlando di partite e correndo con la mente agli Europei di calcio, il professore ha tenuto a precisare che sposterebbe la finale, proprio perché “non è il caso di importare altro virus. Credo che sulle decisioni dell'Uefa pesino pesanti interessi economici, comprensibili, ma non da giustificare il rischio per la salute pubblica. Il trasferimento dei tifosi da un Paese all'altro oggi sarebbe proprio da evitare”. In Giappone sembra che abbiano capito l’andazzo prima di noi, e infatti pare che le prossime Olimpiadi, su decisione del Comitato olimpico internazionale, saranno le prime senza pubblico. Considerando anche il fatto che in Giappone non sono molte le vaccinazioni fatte e l’idea di sbarchi di tifosi e addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo non piace molto. Stadi vuoti quindi, dopo che le Olimpiadi erano già state rinviate di un anno.

Per quanto riguarda le vacanze estive degli italiani Galli dubita “che le persone si possano ancora tenere diciamo a freno più di tanto. Bisogna dare indicazioni ben precise su come evitare le situazioni più pericolose”. Anche riaprire le discoteche secondo il professore sarebbe giusto, purché vi siano regole precise e vengano rispettate, anche attraverso controlli seri. “È chiaro che deve esserci un meccanismo premiale antipatico di per sé che consenta a chi è vaccinato o ha il tampone negativo di poter accedere al locale, mentre agli altri no... Per gli stadi, con la ripresa dei campionati a fine agosto, dovrà valere lo stesso sistema di regole. Idem per i concerti, eccetera”.

Galli: "Trovare chi non ha sviluppato risposta anticorpale"

A preoccupare Galli in verità c’è un altro aspetto, ovvero la necessità di avere più strumenti per individuare chi non ha risposto ai vaccini, “chi non ha sviluppato una significativa risposta anticorpale. Mi riferisco a tanti anziani e malati, immunodepressi, per cui il vaccino non è efficace. Credo che non siano pochissimi, bisognerebbe verificarlo, magari metterli nella condizione di verificarlo senza farli pagare e elaborare una strategia di conseguenza. Ora non c'è su questo nessun particolare piano definito, ma se la variante Delta dilagasse è anche tra queste persone, a parte i non vaccinati, che si verificheranno il maggior numero di ospedalizzazioni per malattie gravi e di decessi”. E Galli non si riferisce solo a coloro che hanno ricevuto una sola inoculazione di siero e devono ancora avere la seconda dose, ma proprio a chi non ha avuto una significativa risposta dopo la prima somministrazione, e che con ogni probabilità non l’avrà neanche con il richiamo.

Galli, intervenuto alla trasmissione Agorà in onda su Rai 3, ha parlato anche di un altro possibile lockdown spiegando che, "a parte qualche disgraziata situazione locale in cui sarà necessario per fermare dei focolai, a livello nazionale credo francamente di

no. Se riusciamo a essere rispettosi di qualche non proprio soffocante regola da qui all'autunno, la campagna vaccinale ci mette nelle condizioni di reggere l'impatto della variante Delta che giustamente preoccupa".

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