Incontrarsi tutti insieme, cittadini e istituzioni, per non dimenticare il sacrificio di Paolo Borsellino. Come ogni 19 luglio, si rinnova l'appuntamento a Palermo per ricordare le vittime dell'attentato di via d'Amelio, costato la vita a Borsellino e agli agenti della sua scorta il 19 luglio del 1992.
Il momento più toccante della giornata sarà alle 20.30, quando partirà da piazza Vittorio Veneto la consueta fiaccolata con arrivo in via D'Amelio. Prima, alle 18, la celebrazione eucaristica officiata nella Cattedrale di Santa Maria Assunta da don Luigi Ciotti.
L'inizio ufficiale delle celebrazioni alle 10.30 della mattina, con la delegazione della commissione parlamentare antimafia che parteciperà alle iniziative promosse dal Centro Studi "Paolo Borsellino, compresa l'audizione della testimonianza della figlia del giudice, Fiammetta Borsellino.
Nel pomeriggio la commissione, guidata dalla presidente Bindi, parteciperà alla commemorazione ufficiale degli agenti trucidati nella strage. Alle 19.30 ci sarà lo spettacolo teatrale "Mafia: singolare, femminile", con cui si ricorderà Paolo Borsellino come un magistrato attento alle storie di giovani donne che hanno lottato contro Cosa Nostra.
Tutto il mondo politico ricorda la figura del giudice. Secondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, "Paolo Borsellino non si è mai arreso, non ha mai rinunciato a sviluppare il suo progetto di legalità, anche quando era diventato ormai consapevole di essere vittima predestinata della mafia, fenomeno criminale che può essere sconfitto".
Mattarella ha aggiunto che proprio "per il raggiungimento di questo obiettivo, non è sufficiente la repressione penale ma è indispensabile diffondere, particolarmente tra i giovani, la cultura della legalità. Proprio per questo era impegnato molto anche nel dialogo con i giovani, convinto che la testimonianza di valori positivi promuove una società sana e virtuosa".
Anche il Csm, per bocca del presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio", durante il plenum di oggi ha ricordato la figura del giudice Borsellino, sottolineando il "dovere morale" che gli organi dello Stato devono avere per "accertare e far conoscere alla comunità da chi e perché, dopo la strage di via D'Amelio, fu costruita una falsa verità giudiziaria".
Sulla vicenda di Borsellino, secondo Canzio, c'è stato un "clamoroso e indegno depistaggio, pure nella acquisita certezza probatoria che fu Cosa nostra a ideare ed eseguire il crimine".
Intanto Rosy Bindi,
durante le celebrazioni di stamattina, ha accolto l'invito del pm Nino Di Matteo a "lavorare durante come commissione antimafia", altrimenti c'è il rischio che in sede giudiziaria "alcune responsabilità diventino assoluzioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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