I colpi di pistola e le urla: i criminali usano l'anziana come scudo per difendersi

Un'anziana, nel dicembre scorso, è morta durante una sparatoria a Bitonto, in Puglia. Sette sono le persone arrestate. Ecco la ricostruzione dei fatti

I colpi di pistola e le urla: i criminali usano l'anziana come scudo per difendersi

Un'anziana morta per essere finita nella traiettoria di un proiettile, mentre delle bande rivali si rincorrevano tra loro. Anna Rosa Tarantino, una pensionata di ottantaquattro anni, è stata uccisa così, il trenta dicembre scorso, nel pieno centro storico di Bitonto e durante un agguato che non la riguardava. Un episodio che aveva scosso gli animi della cittadina situata alle porte di Bari, in Puglia. Le forze dell'ordine hanno individuato i presunti responsabili dei fatti di quella mattinata: tutti membri di due clan in conflitto tra loro.

L'anziana donna, secondo quanto scritto sulle prime ricostruzioni, sarebbe stata fisicamente usata al fine di evitare una quindicina di colpi esplosi dalla pistola di un malvivente. La seconda ipotesi, quella che sarebbe stata confermata, è che la donna si sia trovata nel mezzo della sparatoria e sia stata così uccisa attraverso pallottole destinate a un'altra persona. Anna Rosa Tarantino era appena uscita dalla celebrazione eucaristica e stava andando a trovare un'amica. "Una donna di 84 anni ha concluso la sua vita a causa di una sparatoria in cui, presumibilmente (uso questo termine solo perché ci sono indagini in corso), era solo inerme spettatrice. Lo sdegno e il senso di rabbia che ci assale si riverserà in tutte le sedi competenti perché i cittadini chiederanno conto e giustizia per la loro figlia. Perché, sia chiaro, quella signora è anche figlia nostra", scrisse su Facebook il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio.

La polizia e i carabinieri hanno arrestato sette persone ritenute responsabili di una serie degli accadimenti del 30 dicembre scorso: Francesco Colasuonno, di 31 anni; Benito Ruggiero, di 28 anni; Rocco Mena, trent'anni; Cosimo Liso, di 23 anni; Michele Sabba, di 24 anni; Rocco Papaleo, di 38 anni, sono finiti in carcere. Domiciliari, invece, per Michele Rizzo, 45enne.

Le accuse riguardano diverse fattispecie: omicidio, tentato omicidio, spari in luogo pubblico, detenzione e porto abusivo di armi, minaccia e violenza privata, aggravati dal metodo mafioso. Gli agguati di quella mattina, infatti, sarebbero stati almeno almeno due e anzi avrebbero fatto parte di una vera e propria escalation di contrasti tra clan che perdurava da settimane. L'obiettivo degli agguati di quella mattina, con ogni probabilità, era l'uccisione di un ragazzo di vent'anni:Giuseppe Casadibari, che è rimasto ferito al torace e alla clavicola. La faida, manco a dirlo, è scaturita da interessi nel traffico e nello spaccio di droga.

I Fatti

Erano le 6.30 del mattina quando Liso - si apprende su Lapresse - avrebbe fatto partire i primi colpi indirizzati contro un luogo frequentato dal clan rivale. Un gesto cui sarebbe seguita una vera e propria spedizione punitiva. I Cipriano, non trovando l'autore del colpo esploso nella sua abitazione di residenza, gli devastano il portone dell'ingreso e poi, alle 8.15, Colasuonno, Ruggiero e Mena prendono due motorini e si dirigono verso "la roccaforte dei Conti". Sparano su un portone d'ingresso e uccidono un cane.

Ma scatta la seconda reazione: i gregari dei "Conti", la famiglia rivale dei "Cipriano", fanno ingresso nel borgo antico del centro storico per colpire un membro della banda rivale. Intercettano così Casadibari, sparano più colpi provenienti da più pistole. Colpiscono l'obiettivo, ma uccidono Annarosa Tarantino, che sarebbe stata colpita al fianco e alla gamba.

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