Si chiude oggi il primo atto in merito alla morte dell'anziano disabile pugnalato con ferocia, nella sua casa di Somma Lombardo, il 12 aprile 2014. A quattro anni di distanza da quel tragico evento, il Tribunale di Busto Arsizio ha condannato la moglie della vittima Melita Aita, 62enne di Somma Lombardo, Bechir Baghouli e Slaeddine Ben Umida, entrambi tunisini latitanti, all'ergastolo per l'omicidio del 72enne Antonio Faraci.
Come riportato da un quotidiano locale, La Corte d'Assise del tribunale ha accolto la tesi dell'accusa, ritenendo che la moglie della vittima, avesse lasciato volontariamente il marito in casa da solo perché fosse aggredito a morte dall'amante e dal suo complice, Ben Umida.
Il pm, all'epoca dei fatti in organico alla Procura di Busto Arsizio, ora a Milano, ha contestato agli imputati anche l'aggravante della crudeltà, la minorata difesa e, per quanto riguarda Aita, il legame coniugale con la vittima.
Secondo le indagini, condotte dai carabinieri di Gallarate, il movente
del delitto per Bechir e Aita fu la volontà di eliminare Faraci e poter vivere alla luce del sole la loro relazione.Gli avvocati della difesa, Marco Brunoldi e Pierpaolo Cassar , hanno già annunciato il ricorso in appello.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.