Aosta, Marisa Charrère: "Non sopporto più questa vita"

L'infermiera di Aosta, dopo aver ucciso i suoi due figli con un'iniezione, si è tolta la vita. Sul tavolo del soggiorno avrebbe lasciato due lettere indirizzate al marito

Aosta, Marisa Charrère: "Non sopporto più questa vita"

Se n'è andata giovedì sera, portando via anche i suoi due bambini. Di 7 e 9 anni. Ha ucciso prima i suoi figli e poi si è tolta la vita. E l'ha fatto con un'iniezione di farmaci. Probabilmente del potassio. In casa ha lasciato soltanto due lettere, appoggiate sul tavolo del soggiorno. Indirizzate, presumibilmente, a Osvaldo, il marito. È successo ad Aymavilles, a una decina di minuti da Aosta.

Marisa Charrère era un'infermiera di 48 anni del reparto di cardiologia dell'Ospedale Parini del capoluogo. Prima di trovare le lettere, Osvaldo Empereur, marito della donna e padre dei due piccoli, vedendo i tre cadaveri, rientrato a casa poco dopo la mezzanotte, avrebbe avvertito subito il 113. Secondo le prime ricostruzioni, una vicina di casa avrebbe riferito di aver sentito rumori, delle urla e poi silenzio.

"Non sopporto più questa vita"

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, le due lettere, dal contenuto pressoché identico, sarebbero state scritte a mano. "Non sopporto più questa vita", avrebbe spiegato, con cura nei dettagli e nella calligrafia, l'infermiera nel suo ultimo messaggio. Infelice e sofferente. Le indagini, affidate alla squadra mobile di Aosta e coordinate dal pm Carlo Introvigne, si concentreranno anche sui contenuti di quegli scritti. Che potrebbero chiarire le motivazioni legate al gesto.

Una quotidianità all'apparenza insospettabile

Vivevano al civico 13 di Clos Savin. Una famiglia ordinaria, forse vittima , come le altre, delle complessità che non escludono nessuno. Forse qualche lite, rimasta, però, tra le mura domestiche. Una coppia di persone apparentemente diverse. Lui appassionato di sci di fondo, sportivo e più esuberante. Lei silenziosa e riservata. Marisa Charrère, da bambina, aveva perso il padre, un operaio del soccorso stradale, morto in una scarpata con un mezzo spazzaneve durante una tormenta. E, nel 2001, aveva visto morire anche il fratello in un incidente stradale.

Una madre attenta e scrupolosa

"Adorava i suoi figli, era attenta ai loro bisogni e presente", avrebbero spiegato i colleghi. Un unico rammarico, "averli avuti da grande", aggiungono altri colleghi. Che confermano: "Questo, però, era un motivo per stare sempre con loro, accompagnandoli a scuola e a lezione di sci di fondo". Una professionista attenta, scrupolosa e coscienziosa. Simone Reitano, vicino di casa della coppia, avrebbe detto di non sapere se l'infermiera fosse depressa. "Non li ho mai sentiti litigare", avrebbe specificato.

Nel piazzale vicino all'abitazione è ancora parcheggiata la macchina della donna. Sui sedili ancora pezzi di vita normale, come le borse della spesa svuotate a metà. "È andata a fare l'ultima spesa normalmente", ha spiegato un investigatore della mobile.

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