Se Medici senza frontiere e Sos Mediterranée tornano in mare, lo stesso fa la nave Aquarius. Tutte e tre lo fanno mettendo in chiaro che non hanno nessuna intenzione di seguire le indicazioni del ministro del'Interno italiano (e dell'Oim) sulla responsabilità della Libia nelle operazioni che verranno realizzate in area Sar libica.
Dopo un mese passato nel porto di Marsiglia, la nave da 500 posti e 3 imbarcazioni di soccorso è tornata in mare. Il motivo del fermo, scrive oggi Msf in una nota stampa, sono i "netti cambiamenti avvenuti nel contesto del Mediterraneo centrale, che hanno avuto serie ripercussioni sulle attività di soccorso". Cosa significa? Come abbiamo spiegato oggi, da quando l'Italia ha avviato la collaborazione con la Libia e il Viminale ha chiuso i porti, la musica è cambiata. E le Ong fanno più fatica.
Ma Aquarius, dopo la pausa, torna all'attacco e non ha nessuna intenzione di abbassare il capo.
Francis Vallat, a capo della Ong francese SOS Mediterranee ha assicurato che "niente tranne una minaccia alla sicurezza della nostra nave ci porterà a mollare la nostra tripla missione: salvare, proteggere e sostenere i testimoni". L'Ong, quindi, riprenderà la sua attività. Infischiandosene della chiusura dei porti voluta dal nostro ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e dall'accordo con la Libia.
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