Arabia Saudita, record esecuzioni di condanne a morte

A Riad, in Arabia Saudita, un uomo condannato a morte per omicidio è stato giustiziato. I dati sono allarmanti: 51 esecuzioni dal 2016

Arabia Saudita, record esecuzioni di condanne a morte

Un saudita è stato soppresso oggi a Riad. Stando a quanto riferisce il Ministero dell'interno saudita, Meshari al Anzi era stato riconosciuto colpevole dell'uccisione di un connazionale durante un litigio.

Il numero di esecuzioni sale così a quota 51 dall'inizio del 2016. Nel corso del 2015, invece, ne sono state eseguite 157. Di recente, proprio a causa di una esecuzione, i già fragili rapporti con il vicino Iran si sono ulteriormente incrinati. Il 2 gennaio scorso, infatti, a Riad sono state giustiziate 47 persone accusate di "terrorismo", tra cui l'imam Nimr Nimr. All'esecuzione ha fatto seguito un attacco all'ambasciata e al consolato saudita in Iran: le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono state interrotte. Numerosi governi sunniti della regione hanno inoltre tagliato o ridotto i loro rapporti diplomatici con Teheran.

Lo stesso ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha scritto domenica sul New York Times che la “scandalosa” uccisione di al Nimr “è stata immediatamente preceduta da un sermone di odio nei confronti degli sciiti di un predicatore della Gran Moschea della Mecca”, e che l’Arabia Saudita deve decidere se “continuare a sostenere l’estremismo e promuovere l’odio di setta o se giocare un ruolo costruttivo per promuovere la stabilità della regione”.

Iran e Arabia Saudita sono due paesi molto simili, almeno in apparenza. Tanto in Iran quanto in Arabia Saudita il clero musulmano gode di un potere senza paragoni in quasi nessun altro paese del mondo. Le leggi sono basate sul Corano e norme specifiche limitano moltissimo i diritti delle donne, tra le altre cose.

Iran e Arabia Saudita sono anche due paesi che fanno ampio ricorso alle condanne a morte. Ma proprio l’esecuzione di una condanna a morte ha messo in mostra le differenze e le profonde divisioni che separano il governo iraniano da quello saudita.

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