Basta canottiere, ciabatte, bermuda. Non sono capi d'abbigliamento adatti alla dignità di un tribunale.
A stabilirlo è stato il presidente del tribunale di Arezzo, Clelia Galantino. Che in un'ordinanza trascritta qualche giorno fa ha messo al bando i vestiti succinti dalle aule di giustizia. Troppo spesso, infatti, si vedono uomini e donne che ascoltano le sentenze, rendono testimonianze o anche semplicemente assistono alle udienze vestiti come se si trovassero sulla passeggiata del lungomare.
"Non trovo opportuno - spiega con grande cortesia la presidente del tribunale aretino - che si assista a un processo con lo stesso abbigliamento che si utilizzerebbe per andare in spiaggia. Non si chiede a nessuno di presentarsi in abito da sera oppure con vestiti di marca, ma semplicemente di indossare abiti che coprano il corpo. E’ semplicemente una questione di rispetto dei luoghi".
La decisione della presidenza è stata accolta con grande favore dagli utenti del palazzo di Giustizia, evidentemente esasperati dalla scarsa mancanza di rispetto ostentata da tanti - troppi - cittadini che si aggirano nelle aule.
"Fa
specie - constata con una vena di amarezza - essere costretti a specificare cose che dovrebbero far parte della sensibilità diffusa. Ma evidentemente non è così e quindi ho creduto che fosse meglio essere più espliciti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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