Arrestato il capo della mafia nigeriana di Mestre

Kenneth Ighodaro è stato arrestato in Germania: secondo gli inquirenti, era lui a capo del gruppo affiliato alla mafia nigeriana sgominato nel luglio del 2017 e capace di imporsi a Mestre e nell'hilterland veneziano

Arrestato il capo della mafia nigeriana di Mestre

Era l’unico tassello mancante della maxi operazione del luglio 2018, quella cioè che era riuscita a smantellare la principale organizzazione criminale nigeriana operante tra Venezia e Mestre, ma era forse il tassello più importante.

Kenneth Ighodaro, 36 anni, è stato arrestato nelle scorse ore in Germania. Secondo gli inquirenti, a capo della banda affiliata alla mafia nigeriana vi era proprio lui: gestiva contatti, traffici ed anche le regole di comportamento della sua gang. Il suo gruppo aveva introdotto nuovamente a Mestre l’eroina gialla, almeno in 21 sarebbero morti di overdose in quei mesi proprio per la droga spacciata dai nigeriani fedeli ad Ighodaro.

Al blitz del luglio 2018 lui era riuscito a fuggire, gli inquirenti lo davano in fuga in Francia. Lì il capo della malavita nigeriana – veneziana avrebbe molti agganci e protezioni e sarebbe riuscito, in questi mesi, a “governare” i traffici criminali dei suoi sottoposti.

La cellula nigeriana sgominata questa estate fa era tra le più attive e pericolose. Tutto è nato dall’operazione condotta dalla Squadra Mobile in via Monte San Michele, a Mestre. Una zona trasformata in una vera e propria centrale operativa di spaccio, con il gruppo di Ighodaro ben ramificato ed organizzato.

Risse, aggressioni e minacce, questi gli elementi con cui l’organizzazione criminale era riuscita a farsi strada a Venezia e non solo. Secondo gli inquirenti, il gruppo era ricollegabile alla “Eiye”, una delle costole più violente della mafia nigeriana.

Ighodaro imponeva anche codici di comportamento: mai vestirsi eleganti, mai ostentare ricchezza, mai dare nell’occhio e prenotare in anticipo la droga, un escamotage quest’ultimo volto soprattutto a non interrompere mai il flusso di sostanze stupefacenti verso il capoluogo veneto. Inoltre, il gruppo aveva dei segnali di riconoscimento tutti propri, a partire dai baschi blu spesso indossati e dai loro spostamenti effettuati con gruppi composti da al massimo quattro persone.

L’arresto di Ighodaro è un duro colpo per la mafia nigeriana e per le

attività ad essa ricollegate. Scovato in Germania, è il trentanovesimo criminale portato in galera da quel blitz del luglio 2018. Anche lui, tra le altre cose, dovrà adesso rispondere di almeno undici morti per overdose.

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