Tra qualche settimana cambierà il modo con cui verranno aggiornati i numeri della pandemia nel nostro Paese. Saranno due, infatti, i bollettini quotidiani su contagi, ospedalizzazioni e decessi da Covid-19 che verranno diffusi. Questo perché in Italia ci sarebbero due pandemie: una che colpisce lievemente i vaccinati e l'altra che mette in pericolo chi non ha assunto il farmaco anti-Covid.
La doppia pandemia
Di questa doppia pandemia se ne era parlato già qualche giorno fa. Ospite del programma Agorà estate in onda su Rai3, l'immunologo dell'Università Statale di Milano e membro del Cts, Sergio Abrignani, aveva fatto chiarezza su alcuni aspetti dell'attuale situazione epidemiologica. L’esperto aveva spiegato che la presenza contemporanea di un elevato numero di vaccinati e di non vaccinati porterà ad avere due pandemie, una che riguarderà chi si è sottoposto all’iniezione e l’altra che interesserà chi ancora non ha assunto il farmaco contro il coronavirus. L'immunologo aveva anche specificato come questo sia "un problema per la società, perché il rifiuto del vaccino non è solo un problema di quelle stesse persone" ma anche "dei fragili che nel momento in cui entrano in contatto con un asintomatico hanno alte chance di morire". In vista dell'autunno Abrigani ha previsto che "se non ci vacciniamo tutti è più probabile che ci siano più focolai. Con i mezzi pubblici al chiuso, le scuole al chiuso, tutta la vita che riparte e si svolge in ambiente chiusi, se abbiamo il 20% di non vaccinati è tutto più a rischio".
Il doppio bollettino
Una doppia pandemia richiede un doppio bollettino. Nelle prossime settimane, spiega il Messaggero, le Regioni invieranno a Roma tutti i dati in loro possesso separandoli per vaccinati e non vaccinati. Alcune, come Veneto, Campania e Sicilia, stanno già monitorando separatamente i dati.
L’obiettivo del doppio bollettino è verificare sul territorio l'effettiva gravità del contagio così che, con dati alla mano, si possono indicare a quanti ancora sono indecisi sulla vaccinazione il livello di pericolo che stanno correndo. "L'idea di fondo è di evidenziare le due epidemie distinte, una degli immunizzati che raramente finiscono intubati e una dei non vaccinati, ma anche prevenire le fake news che si moltiplicheranno quando in autunno le ospedalizzazioni saliranno", ha spiegato un alto funzionario del ministero della Sanità che sta lavorando al dossier.
In sostanza si vuole evitare il ripetersi di quanto sta accadendo nelle ultime settimane in Israele dove la polemiche dei no-vax sono aumentate dopo che una quota di chi si è sottoposto all’inoculazione è finita in ospedale per la variante Delta. "In realtà – ha spiegato ancora l'alto dirigente - la percentuale di vaccinati ricoverati in Israele è infinitamente più bassa di quella dei non vaccinati. Questi ultimi sono pochi e dunque per un paradosso statistico è sembrato che i vaccini non funzionassero quando è vero invece l'esatto contrario".
Numeri inediti forniti dalle Regioni
Esaminando le cifre raccolte da Campania, Sicilia e Veneto spicca un dato: in tutte e tre le Regioni sia il numero di non vaccinati ricoverati nei Reparti Covid che nelle terapie intensive è molto superiore a quella di chi si è protetto. Ad esempio in Sicilia lo scorso 24 agosto c'erano 24 vaccinati in terapia intensiva su una platea di 2,9 milioni di persone che avevano fatto almeno una dose. I non vaccinati in rianimazione erano, invece, 78 su 1,6 milioni di persone. In Veneto da maggio fino a fine agosto sono stati intubati 25 vaccinati contro 256 non vaccinati. In questo caso, però, va sottolineato che la differenza di protezione è più ampia in quanto i non vaccinati veneti sono meno di un terzo rispetto ai protetti. In Campania, invece, negli ultimi 100 giorni si sono registrati quasi 29.
000 contagi fra i non protetti contro i poco più di 1.300 per gli immunizzati.A breve anche le altre Regioni forniranno dati separati. A quel punto, con i numeri messi nero su bianco sul doppio bollettino, il quadro sarà più chiaro.
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