Ospite di Agorà estate in onda su Rai3, l'immunologo dell'Università Statale di Milano, nonché membro del Cts, Sergio Abrignani, ha voluto far chiarezza su alcuni aspetti dell'attuale situazione epidemiologica, facendo il punto sui vaccini e sui test diagnostici. L'immunologo ha anche effettuato una previsione sugli scenari che ci attendono nei prossimi mesi, sottolineando che l'andamento delle campagna vaccinale porterà contagi a due velocità tra chi ha ricevuto la dose e chi no.
Su uno dei temi maggiormente discussi delle ultime settimane, ossia l'utilizzo del tampone come alternativa al vaccino, Abrignani ha voluto far chiarezza: "Non si deve far passare l'idea che il tampone salivare sia meglio del vaccino, non sostituiscono l'immunizzazione. I tamponi salivati antigenici hanno una sensibilità limitata e sono utili perché danno un risultato in pochi minuti ma mitigano il rischio e non l'azzerano". Quindi, l'immunologo ha sottolineato che questi test "hanno un senso se usati occasionalmente e non tutti i giorni".
L'unico mezzo efficace per combattere la diffusione del virus resta la vaccinazione che, per Abrignani, può e dovrebbe diventare obbligatoria almeno per alcune categorie. "L'obbligo richiede una legge quindi è una scelta politica, ma se lo chiede a un tecnico le risponderà che l'unico modo per controllare veramente una malattia infettiva altamente diffusiva è la vaccinazione di massa e questa si raggiunge con l'obbligo vaccinale, questo è indiscutibile", ha spiegato Sergio Abrignani. L'immunologo ha sottolineato che "arriveremo sicuramente a fine settembre con l'80% dei vaccinabili vaccinati, ma mancheranno ancora all'appello 18 milioni di italiani, che non è poco".
La presenza contemporanea di un elevato numero di non vaccinati e di vaccinati, stando all'analisi di Abrigani, avrà delle conseguenze: "Avremo due pandemie: una per i vaccinati e una per i non vaccinati". L'immunologo ha voluto specificare come questo sia un problema per la società, perché il rifiuto del vaccino non è solo un problema di quelle stesse persone ma "anche dei fragili che nel momento in cui entrano in contatto con un asintomatico hanno alte chance di morire".
Quindi, in vista dell'autunno, Abrigani ha previsto che "se non ci vacciniamo tutti è più probabile che ci siano più focolai.
Con i mezzi pubblici al chiuso, le scuole al chiuso, tutta la vita che riparte e si svolge in ambiente chiusi, se abbiamo il 20% di non vaccinati è tutto più a rischio". L'immunologo spera che non ci siano altre chiusure ma al momento è impossibile sapere cosa succederà nei prossimi mesi. Tuttavia, "possiamo mitigare il rischio vaccinandoci il più possibile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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