Truffa aggravata e continuata ai danni del Comune. Sarebbe stato assunto dal suo stesso partito come dipendente del gruppo consiliare della Regione, pur ricoprendo già la carica di primo cittadino del suo Comune, per poi mettersi in aspettativa dopo poche settimane. Questa l'accusa per la quale la procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio di Sandro Pasquali, sindaco di centrosinistra del Comune di Passignano sul Trasimeno. Lo riportano i media locali, spiegando come la decisione della procura sia arrivata sulla base delle indagini svolte nei giorni scorsi dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Un'operazione portata a termine nelle scorse ore anche attraverso l'acquisizione di documentazione presso la Regione Umbria e presso il Comune di Passignano, oltre che tramite l'audizione di numerose persone informate sui fatti, fra cui i responsabili ed i dipendenti del gruppo regionale del Partito Democratico.
A seguito dell'indagine, sarebbe quindi emerso che Pasquali, da primo cittadino di Passignano (è stato infatti eletto alle amministrative locali tenutesi nel 2018, alla guida della lista "Per Passignano") sarebbe stato assunto nel febbraio del 2020 dallo stesso gruppo del Pd nel consiglio regionale dell'Umbria (dove i democratici fanno parte dell'opposizione, dopo la vittoria elettorale del centrodestra maturata nel 2019 che ha portato all'elezione di Donatella Tesei alla presidenza della regione, ndr). E ad un mese dall'assunzione, sempre stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Pasquali avrebbe chiesto ed ottenuto l'aspettativa senza stipendio, giustificando tale richiesta proprio con le funzioni sindacali svolte. Pur non percependo alcuna indennità economica tuttavia, sempre secondo la procura Pasquali avrebbe ottenuto grazie all'aspettativa il versamento dei contributi previdenziali da parte del Comune di Passignano. E stando alla prospettazione dell'accusa il versamento è da ritenersi indebito, in quanto l'instaurazione del rapporto di lavoro è considerata fittizia e finalizzata solo a questo scopo.
Per questi motivi, l'ufficio guidato da Raffaele Cantone ha ipotizzato a suo carico il reato di truffa aggravata (in quanto commesso ai danni del Comune) e continuata (perché protrattasi nel tempo) in relazione ai contributi previdenziali che gli vennero versati dopo essere stato assunto dalla formazione "dem" in consiglio regionale.
Durante le indagini, il sindaco umbro avrebbe chiesto di essere interrogato e avrebbe rivendicato "la correttezza del suo operato, contestando l'assunto dell'accusa sulla strumentalità dell'instaurazione del rapporto di lavoro. E a seguito della richiesta di rinvio a giudizio, il giudice per l'udienza preliminare di Perugia ha già fissato l'udienza preliminare per il 20 dicembre prossimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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