Asti, parla il carabiniere eroe: "Così ho fermato il tir impazzito"

L'appuntato Riccardo Capeccia, che venerdì ha fermato un tir senza controllo lanciato ai 100 all'ora contromano in una statale di Asti, racconta come ha fatto a evitare una strage e salvare l'autista colto da malore

Asti, parla il carabiniere eroe: "Così ho fermato il tir impazzito"

Quando il conducente di un tir ha avuto un malore, solo il pronto intervento di un coraggioso carabiniere ha evitato una tragedia in una statale dell'Astigiano.

L'eroe, che venerdì scorso ha fermato la corsa del camion lanciato senza controllo ai 100 all'ora, si chiama Riccardo Capeccia, 44 anni, da 12 anni appuntato scelto in servizio alla compagnia di Villanova D'Asti. Quel giorno era di pattuglia con il suo comandante, il capitano Gianfranco Pino, 32 anni, quando si è accorto che qualcosa non andava.

Lungo la statale di Dusino San Michele, all'altezza della curva Migliarina, c'era un tir fermo subito dopo un dosso. Gli agenti scendono a controllare e vedono l'autista in preda alle convulsioni, ancora seduto nel posto di guida. Immediatamente chiamano il 118, ma, mentre era al telefono con i soccorsi, il capitano si accorge che il mezzo aveva iniziato a muoversi da solo, lungo la strada in discesa.

Il tir impazzito

"Mentre cercavo di chiamare il 118 per soccorrere l'autista in preda alle convulsioni ho sentito lo spostamento d'aria del camion che ripartiva - ha raccontato il capitano Pino a Repubblica - Ho fatto appena in tempo a urlare a pieni polmoni per avvisare l'appuntato. Per fortuna mi ha sentito". Il carabiniere, che si trovava proprio davanti al mezzo riesce a scansarsi per un pelo prima di essere travolto.

Il tir urta invece la macchina di servizio, facendola finire in un fosso, poi continua la sua corsa lungo la strada in discesa, prendendo sempre più velocità. Lanciato ormai ai 100 chilomentri all'ora e senza alcun controllo, il camion invade l'altra corsia e prosegue contromano la sua folle corsa, rischiando di travolgere le auto che arrivavano dalla direzione opposta.

Il racconto del carabiniere-eroe

Nel frattempo, l'appuntato Capeccia è scomparso. Il comandante pensa che sia stato travolto dal mezzo o dalla loro macchina spinta nel fosso. Invece, il carabiniere 44enne e padre di una 13enne, come si vede fare agli attori nei film d'azione americani, era saltato a bordo del tir per fermarne la corsa impazzita prima che provocase un incidente sulla statale molto trafficata: "Ho visto la strada, le macchine che arrivavano in senso opposto e ho pensato: se il tir non si ferma è una strage", riferisce l'agente al quotidiano.

"Il camion ha tamponato la nostra macchina di servizio e l'ha spinta in un fosso. L'impatto lo ha fatto rallentare, così ho potuto aggrapparmi alla maniglia della portiera sul lato del conducente del tir e mi sono buttato nell'abitacolo - ricorda l'appuntato - Il camion stava andando avanti verso la curva e stava invadendo l'altra corsia. Con una mano sono riuscito a sterzare ma non trovavo nessun freno. In quel momento ho pensato davvero che ce la saremmo vista brutta io e il camionista".

"Poi, mezzo dentro e mezzo fuori dall'abitacolo, perché non riuscivo a spostare l'autista che stava male, sono riuscito a raggiungere il freno a pedale con una mano. Eravamo già sul rettilineo in discesa e avevamo preso ancora più velocità - prosegue nel racconto il carabiniere eroe - Alla fine ci siamo fermati a meno di 400 metri dalla casa cantoniera che Giorgio Faletti celebra nella sua canzone Signor Tenente".

Il lieto fine "come nei film"

Ora tutti lo chiamano un eroe, ma lui si schernisce: "Ho fatto quel che dovevo e basta". Poi ricorda che è stato il suo comandante a salvargli la vita per primo: "Se il capitano non mi avesse avvisato, non avrei fermato nessun tir e non sarei nemmeno qui a raccontarlo".

Grazie al pronto intervento del coraggioso carabiniere, l'autista è stato subito soccorso e portato d'urgenza all'ospedale di

Asti, dove è ricoverato ma non è in pericolo di vita. Durante tutta la peripezia il conducente è rimasto incosciente, ma non appena le sue condizioni glielo permetteranno, incontrerà l'uomo che l'ha così eroicamente salvato.

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