"Avete fatto condannare degli innocenti", Antonio Ciontoli contro i giornalisti

"Quarto Grado" ha approfondito la recente condanna in Cassazione di Antonio Ciontoli e la sua famiglia per l'omicidio di Marco Vannini: ecco cosa è emerso

"Avete fatto condannare degli innocenti", Antonio Ciontoli contro i giornalisti

Avete fatto delle manipolazioni ambientali”. Prima di entrare in carcere Antonio Ciontoli attacca i giornalisti di “Quarto Grado”.

L’uomo è stato condannato nei giorni scorsi a 14 anni per l’omicidio di Marco Vannini, mentre la moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina Ciontoli hanno avuto 9 anni e 4 mesi per concorso. Antonio è stato sentito telefonicamente dai giornalisti di “Quarto Grado” prima del suo ingresso a Regina Coeli. “Penso che è il caso che parliamo delle manipolazioni alle ambientali che avete fatto durante le vostre trasmissioni - ha detto lapidario - Lei insieme a tutti gli altri avete manipolato le intercettazioni ambientali. È ovvio che voi avete manipolato le intercettazioni ambientali, per far credere scientemente e volutamente che le cose non erano così come erano andate”.

I due giornalisti della trasmissione di Rete4 chiedono quindi a Ciontoli se crede che la corte sia stata manipolata da loro e dai colleghi. “Allora, voi l’avete manipolata - ha chiosato Antonio - Questo me lo deve dire lei, non certo io. È una realtà quella che io sto dicendo. Voi siete stati artefici di questa condanna. E lo faccia sentire… Faccia sentire le mie parole. Io per questo combatterò per sempre fino al mio ultimo respiro. Assieme a tutta la sofferenza che c’ho per questa immane tragedia, voi avete contribuito a far condannare due ragazzi innocenti e mia moglie che è innocente, manipolando volutamente e scientemente le intercettazioni ambientali. Se siete fieri di quello che avete fatto, se siete contenti… Ma certo, il vostro mestiere è quello di manipolare le intercettazioni ambientali. Stia vicino a Marina e Valerio che se lo meritano”.

Anche Federico Ciontoli, prima della sentenza di Cassazione che ha condannato l’intera famiglia si è schierato contro i giornalisti, dicendo: “Vi chiedo solo rispetto”. Nei giorni precedenti Federico ha scritto una lettera aperta in cui ha parlato anche dei genitori di Marco, Marina e Valerio Vannini. In trasmissione Valerio ha spiegato che a loro non serviva nulla di tanto formale, ma sarebbe bastato un foglietto nella cassetta della posta 6 anni fa.

La sorella Martina Ciontoli ha scritto anche lei qualcosa. “Lo abbiamo appreso dai giornali - ha ribattuto mamma Marina - Se voleva parlare con noi poteva farlo dal 18 maggio 2015”. Martina è attualmente a Rebibbia: lei e la madre avrebbero dovuto essere separate e in isolamento, ma sono state messe insieme su richiesta della giovane. Non le è stato possibile invece telefonare all'attuale fidanzato, per via di questioni tecniche.

A “Quarto Grado” è stato ascoltato, tra gli altri ospiti intervistati in registrazione, Roberto Izzo, che all’epoca era comandante dei carabinieri di Ladispoli. Il militare ha affermato di essere stato contattato da Antonio Ciontoli quella notte e di aver sempre creduto al fatto che sia stato lui a sparare inavvertitamente, come in effetti lui gli ha raccontato. Izzo ha anche raccontato come Maria si dicesse preoccupata per il lavoro, la casa, i soldi e gli studi dei figli, mentre Martina fosse in evidente stato di choc.

La verità - ha detto papà Valerio in apertura del segmento sul caso nel programma - sicuramente non la sapremo mai.

Sono sempre stato convinto che la verità l’unico che la poteva dire era Marco. Quella che hanno detto loro e che è uscita alla fine del processo è una verità processuale, non quella storica, che secondo me rispecchia in minima parte quello che c’è stato”.

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