"Aveva ancora la patente?". Bufera sul marocchino recidivo

Il marocchino Chafik Elketani 11 anni fa travolse ed uccise 8 cicloamatori. Lo scorso lunedì il nordafricano ha provocato un altro incidente mortale. Choc a Lametia Terme

"Aveva ancora la patente?". Bufera sul marocchino recidivo

Un passato che ritorna prepotentemente, un dramma mai dimenticato. Perché è impossibile cancellare dalla mente chi ha provocato una strage sulla strada. Soprattutto se tra i morti c’è un fratello. "Ma come può essere possibile che questo ragazzo avesse ancora la patente?". È questa l’amara riflessione fatta al Quotidiano del Sud da Gennaro Perri, una delle persone che forse per miracolo è sopravvissuto al drammatico incidente verificatosi 11 anni fa. Lui si salvò forse per miracolo ma suo fratello Rosario non fu altrettanto fortunato. Era il 5 dicembre 2010 quando, lungo la statale 18 Tirrenica che da Lamezia porta a Gizzeria, Chafik Elketani, marocchino all’epoca dei fatti 23enne, mentre era a bordo di una Mercedes 220 travolse dieci ciclisti amatoriali, uccidendone ben otto e ferendo in modo grave gli altri due.

Lo straniero scontò cinque anni di carcere. L’inchiesta accertò che nel momento dell’incidente il marocchino era sotto l’effetto di droghe. Quest’ultimo, dopo l’arresto, provò a giustificarsi dicendo che qualcuno gli aveva tagliato la strada. "Una circostanza che non risponde al vero", aveva ribattuto l’allora procuratore Salvatore Vitelli. Pareva si fosse pentito.

Eppure ecco che 11 anni dopo Elketani, oggi 34enne, ha provocato un altro incidente mortale. Lo scorso lunedì l’uomo è uscito di strada al volante di una Toyota Corolla presa a noleggio e si è andato a schiantare contro un guard-rail. A perdere la vita è stato Fennane Noureddine, suo connazionale di 31 anni. Stavolta sarebbe stata l'elevata velocità a provocare l'uscita di strada del veicolo e lo schianto. Il conducente ora è indagato per omicidio stradale, reato che ancora non era stato introdotto all’epoca della strage.

A Lamezia Terme, dove vivevano quasi tutti i ciclisti uccisi in quella terribile giornata di 11 anni fa, la notizia della nona morte provocata dalla guida di Elketani ha creato un certo sconcerto. Il pensiero di molti è tornato al giorno della tragedia. "Io non ce l’ho con lui, ma con chi gli ha ridato la patente, se ce l’ha, con il giudice che lo ha condannato, perché avrebbe dovuto toglierli la patente a vita e mandarlo fuori dall’Italia", è la riflessione fatta da Gennaro che, come scritto in precedenza, nell’incidente del dicembre del 2010 ha perso il fratello.

Intervenire subito affinché non accadano più simili tragedie. È questo l’invito fatto alle istituzioni da Gennaro. Quest’ultimo afferma di non avere niente contro il nordafricano sottolineando di non essere "nemmeno razzista, tanti extracomunitari sono clienti della mia officina meccanica". Però l’uomo ha evidenziato che "così è tutto sbagliato". Secondo Gennaro, infatti, è "un’altra ingiustizia dopo la sua condanna per quello che ha fatto. Un’ingiustizia per tutti noi familiari, per la città di Lamezia, per tutti". Lo stesso Gennaro, infine, spiega che "la legge è da rivedere altrimenti uno si alza la mattina e fa quello che vuole tanto non viene severamente punito come dovrebbe".

Intanto la procura

della Repubblica di Catanzaro ha aperto un fascicolo per omicidio stradale nei confronti di Elketani. Di tempo ne è passato ma sembra che il marocchino non abbia imparato molto dalla tragedia che ha provocato in passato.

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