"Aveva gli occhi di fuori". I testimoni inchiodano il killer di Samuele

Alcuni testimoni hanno raccontato della morte di Samuele Gargiulo e di Mariano Cannio immediatamente dopo la vicenda luttuosa che ha sconvolto una famiglia

Screen "Quarto grado"
Screen "Quarto grado"

La morte di Samuele Gargiulo solleva ancora tantissimi interrogativi. Uno su tutti: c’era un movente dietro al gesto di Mariano Cannio, che ha confessato di aver lasciato cadere il bambino di 4 anni dal terzo piano di un palazzo in via Foria a Napoli lo scorso 17 settembre?

A Quarto grado sono state ascoltate alcuni testimonianze: un uomo riferisce della caduta di Samuele da 15 metri, mentre alti due vicini di casa, nel quartiere di San Gregorio Armeno, dove pare l’uomo vivesse abusivamente, raccontano il suo cambiamento dopo il gesto. “Io non mi ricordo l’orario, stavamo fuori, come tutti i giorni. E abbiamo visto questo bambino che cadeva. L’abbiamo proprio visto, è andato giù. Però lui (Mariano Cannio, ndr) stava fuori al balcone”, dice un uomo in via Fora.

Cannio, che sbarcava il lunario grazie a piccoli lavori di pulizia nelle case, pare fosse in cura in un centro di igiene mentale per un episodio giovanile di schizofrenia. I vicini ne parlano come di un uomo tranquillo, ma poi quel giorno c’è stato qualcosa che è cambiato. “La notte all’improvviso urlava - ha spiegato una vicina che non si aspettava l’epilogo dell’arresto con l’accusa di omicidio - Tu pensa che quando sono venuti i poliziotti, io credevo che era uno sfratto esecutivo”.

Sembra che Cannio non avesse amici, che seguisse sempre una stessa routine: lavoro e casa, casa e lavoro. “Una persona che anch’io mi fiderei a portare a casa, per farlo stare un po’ con me in compagnia, perché dal mio punto di vista è tranquillissimo - ha commentato un vicino, che però ha raccontato quello che ha visto il 17 settembre dopo la morte di Samuele - Tredici e trenta, tredici e quaranta, questo l’orario. Salgo il vicolo: ‘Ciao Maria’!’. Lui abbassò la testa a terra e invece tutte le mattine mi salutava. Abbassò la testa a terra, stava rosso, con gli occhi di fuori e la faccia tutta sudata. Lui ha calcolato la gravità della cosa che ha fatto e automaticamente è sceso, è scappato. È andato a mangiare una pizza per farsi un alibi”.

Cannio aiutava nella casa dei genitori di Samuele come aiutante in piccoli lavori di pulizia della casa. Non un vero e proprio governante di famiglia a quanto pare, anche se, quel giorno, ha trascorso del tempo con il bimbo di 4 anni, poiché la madre, Carmela Gargiulo, essendo incinta, era dovuta andare a distendersi.

È a quel punto che restano gli interrogativi, dato che Cannio ha raccontato due versioni dei fatti e qualcuno solleva dubbi su un possibile movente o la casualità che potrebbe aver mosso l’uomo al gesto, interrogativi e dubbi che starà agli inquirenti sciogliere.

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