Il virus neutralizzato in 7 giorni: dai bimbi un'arma anti-Covid

Uno studio condotto all'Ospedale pediatrico Bambino Gesù dimostra che i bambini sono in grado di neutralizzare il virus in 7 giorni

Il virus neutralizzato in 7 giorni: dai bimbi un'arma anti-Covid

Perché i bambini neutralizzano prima il virus e manifestano un decorso dell'infenzione meno traumatico? La risposta a questa domanda sembrerebbe essere contenuta in uno studio condotto dal team di ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che, per la prima volta, ha indagato la caratteristiche immunologiche dei pazienti affetti da Sars-Cov-2 con età non superiore ai 15 anni. La ricerca, realizzata in collaborazione con l’Università di Padova e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell Reports.

Lo studio

La ricerca - Virological and immunological features of Sars-Cov-2 infected children developing specif and neutralizating antibodies - vanta come primo firmatario il Dott. Nicola Cotugno della struttura complessa di Immunologia clinica e Vaccinologia del Bambino Gesù diretta dal Dott. Paolo Palma ed è stata promossa dal gruppo di studio “Cactus - Immunological studies in children affected by Covid and acute diseases”, creato da medici e ricercatori del Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero del Bambino Gesù nel pieno dell’emergenza sanitaria. L'indagine ha coinvolto 66 pazienti in età compresa tra 1 e 15 anni di età ospedalizzati presso il Centro Covid del Bambino Gesù di Palidoro nell’estate del 2020. Dall'attività di osservazione sono stati esclusi coloro che evidenziassero un quadro infettivo severo, come quello della MIS-C (Sindrome Infiammatoria Multistemica).

Lo studio ha dimostrato che i bambini riescono a neutralizzare il Covid in soli 7 giorni. La rapidità di risposta all'infenzione dipenderebbe da caratteristiche peculiari del profilo immunologico, tali da garantire maggiore reattività all'attacco del virus rispetto ad una persona adulta.

I bambini neutralizzano il virus in 7 giorni

Le indagini di laboratorio hanno evidenziato come il profilo immunologico dei bambini, che già dopo una settimana erano riusciti a neutralizzare il virus, fosse caratterizzato da una notevole presenza di linfociti T e B, particolari cellule del sistema immunatario adattivo in grado di produrre un gran numero anticorpi neutralizzanti contro il Coronavirus. Inoltre, gli stessi giovani pazienti presentavano una bassissima carica virale (meno di 5 copie virali per microlitro di sangue), tale da annullare di fatto la loro capacità infettiva, dunque la possibilità di contagio anche in presenza di un tampone ancora positivo. La quantità massiccia di linfociti T e B specifici sembra sia correlata all’esposizione dei bambini ad altri virus stagionali. I pazienti con la maggiore capacità di sconfiggere rapidamente il Sars-CoV-2, infatti, erano quelli già entrati in contatto, nella loro storia clinica, con un numero elevato di altri virus influenzali.

Risultati della ricerca e prospettive future

L’identificazione delle caratteristiche immunologiche dei bambini in grado di neutralizzare rapidamente il virus, spiega una nota riportata dal Quotidiano Sanità "potrà consentire in futuro di adottare migliori strategie terapeutiche, verificare l’efficacia delle vaccinazioni sui bambini e disegnare possibilmente delle misure di quarantena personalizzate. Qualora infatti si decidesse di testare i bambini sulla base del loro profilo immunologico, oltre che sulla positività al tampone, si potrebbe infatti ipotizzare di personalizzare il periodo di isolamento prima del rientro a scuola, riducendolo potenzialmente ad una settimana". Il profilo immunologico identificato dallo studio potrà essere utilizzato anche per misurare l’efficacia dei futuri studi sulla vaccinazione in ambito pediatrico. Si tratta infatti dello stesso metodo già utilizzato, per esempio, per verificare l’avvenuta immunizzazione del personale ospedaliero del Bambino Gesù in seguito alla recente campagna vaccinale.

Sul piano delle terapie, infine, conoscere il particolare profilo immunologico del singolo paziente potrebbe consentire, per quelli che presentano sintomi più gravi, di intervenire prima e con farmaci mirati (ad esempio i futuri anticorpi monoclonali), per aiutarli a sconfiggere più facilmente la malattia da Sars-Cov-2.

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