È molto vivo in queste ore il dibattito circa la scelta del governo di intervenire in salvataggio delle quattro banche (CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria) che dal 22 novembre sono in amministrazione straordinaria a causa delle sofferenze finanziarie non più autosostenibili. E adesso, agli impiegati arrivano anche le minacce.
"Attenta, sappiamo dove abiti. Ti bruceremo la macchina, e se non basta la casa. Ci hai fatto del male". E’ una telefonata arrivata giorni fa ad un’impiegata di Banca Marche di Pesaro che fino al commissariamento della banca vendeva azioni e obbligazioni subordinate ai clienti. Adesso la dipendente è in malattia e teme per la sua incolumità.
"Ma non è colpa sua – dice Sandro Forlani, presidente dell’associazione dipendenti di Banca Marche – perché quell’impiegata ha fatto semplicemente il suo dovere seguendo le direttive dei vertici". "Va benissimo che la magistratura abbia posto sotto sequestro i beni dell’ex direttore Bianconi ma non si deve fermare lì. Le colpe sono di tanti, e soprattutto le faremo uscire attraverso le nostre denunce e le cause civili che andremo ad intentare anche contro i commissari. E’ inaccettabile che tutto quello che hanno fatto in due anni debba essere insindacabile. Anzi, peggio: non si deve sapere", ha aggiunto Forlani.
Nonostante i dipendenti non siano direttamente responsabili dei fatti accaduti si vergognano di fronte al dramma di tutte quelle persone che, disperate, si recano agli sportelli, ha spiegato Forlani.
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