Il sociologo e scrittore barese Leonardo Palmisano autore dopo "Ghetto Italia" - premio Livatino contro le Mafie - dell'inchiesta sul mondo del lavoro sommerso "Mafia Caporale" ha denunciato alla Polizia Postale di aver ricevuto minacce di morte sul suo profilo Facebook.
Gli incresciosi avvertimenti hanno seguito la pubblicazione di un articolo dello scorso aprile sul Corriere del Mezzogiorno nel quale il sociologo contestava i legami tra la mafia garganica e quella nigeriana circa la gestione degli affari illeciti nel nord della Puglia, in particolar modo all'interno del ghetto di Borgo Mezzanone. L'inchiesta fa parte di un vasto studio sul presunto radicamento della mafia nigeriana sia in Africa che in Europa, la quale utilizzerebbe l'Italia come paese di cerniera.
La scoperta di Palmisano di esponenti dell'organizzazione criminale nigeriana denominata "Black axè" nel ghetto di Borgo Mezzanone che gestirebbe il giro di prostituzione della zona, non è stata evidentemente molto gradita. I messaggi intimidatori tutti recanti la minaccia "We kill you, ti uccidiamo" sono partiti da cinque differenti profili fake di ipotetiche ragazze nigeriane e si sarebbero autodistrutti dopo essere stati letti. Questo particolare fa supporre agli inquirenti che gli autori delle minacce siano in realtà gruppi ben organizzati e senza scrupoli. Lo scrittore ha altresì spiegato di voler richiedere al social network copia delle conversazioni unilaterali contenenti le intimidazioni e il link dell'articolo incriminato.
Centinaia i messaggi di solidarietà indirizzati allo scrittore che ha ringraziato tutti precisando, però, che impedirà ai razzisti di utilizzare la denuncia per fomentare l'odio contro i neri presenti nel nostro paese e né tanto meno sosterrà mai lo sgombero di un ghetto. Il suo impegno sarà invece profuso nel combattere l'esclusione sociale - causa principale questa della costruzione e/o del rafforzamento della criminalità organizzata - e nel collaborare assiduamente con le procure e con le forze dell'ordine.
Vicinanza a Palmisano espressa anche dall'associazione Giovanni Panunzio - Eguaglianza Legalità Diritti "per le minacce ricevute in relazione al suo lavoro di indagine e di denuncia delle gravi situazioni di caporalato e di connesse
infiltrazioni mafiose in provincia di Foggia"."Il filtraggio di Facebook è quantomeno discutibile e ci riderò su in pubblico, perché in fondo la minaccia contiene sempre qualcosa di ridicolo" conclude il sociologo barese.
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