Aveva sul telefonino anche foto e documenti relativi al Vaticano e condivisi in alcune chat il somalo che giovedì è stato fermato a Bari dagli agenti delle Digos e dall'antiterrorismo della polizia per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, istigazione a commettere reati di terrorismo e pubblica apologia di reati di terrorismo.
L'uomo è stato fermato d'urgenza perché - è il sospetto degli inquirenti che indagavano su di lui - sarebbe stato pronto a lasciare il capoluogo pugliese e a far perdere le sue tracce. Si sta cercando in queste ore di accertare se il materiale fotografico trovato nella disponibilità del somalo fosse legato a progettualità di attentato.
Oggi per circa due ore il 20enne somalo ha risposto alle domande del gip e del pm durante l'udienza di convalida del fermo che si è tenuta nel carcere di Bari. Pare che abbia negato la volontà di fuga e avrebbe anche respinto le accuse relative alla detenzione di materiale sospetto. Difeso da un avvocato di ufficio e con il supporto di un interprete, avrebbe però ammesso il possesso di quei documenti.
Il gip del Tribunale di Bari, Maria Teresa Romita, si è riservata di decidere sulla richiesta di convalida del fermo e sulla conseguente richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere avanzata dal pm della Dda Giuseppe Maralfa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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